The Great Decoupling: quando le Impressions vanno su e i Click crollano su Google Search Console

Scritto da: Fabrizio Gabrielli

Oggi spieghiamo che cos’è il Great Decoupling su Google Search Console Tempo di lettura: 15 minuti Introduzione Negli ultimi mesi …

Oggi spieghiamo che cos’è il Great Decoupling su Google Search Console

Tempo di lettura: 15 minuti

Introduzione

Negli ultimi mesi tra gli addetti ai lavori del mondo della SEO si sente parlare sempre più spesso di una misteriosa “separazione” che sta preoccupando tanti analisti: in gergo si parla di The Great Decoupling. In inglese vuol dire “Il grande disaccoppiamento” o “La grande divergenza” delle due curve di Impressions e Click in Google Search Console (da ora in avanti GSC, per coloro che, come prima cosa al mattino, si svegliano col caffè in mano e la schermata di GSC davanti). Ma tutti parliamo in inglese per rendere più immediato il concetto anche tra colleghi di diversi paesi e non per mera esterofilia.

Se hai passato più di cinque minuti su LinkedIn (magari seguendo anche le perle di Pistakkio), avrai notato una valanga di screenshot di Google Search Console con due curve che ormai vanno ognuna per conto proprio: le impression che salgono, i click che scendono.

Ma di cosa si tratta davvero? È l’inizio della famigerata Zero Click Era? Google ci vuole male, oppure ci sta solo dicendo che dobbiamo imparare a leggere meglio i dati e a cambiare prospettiva?

In questo articolo vediamo cos’è davvero il Great Decoupling, perché le nuove funzioni come AI Overviews e AI Mode stanno cambiando i giochi, e soprattutto cosa fare concretamente per non farsi prendere dal panico ma adattare la propria strategia SEO alla nuova realtà.

Martin splitt vom google zu the great decoupling

Cos’è il Great Decoupling

Origine del termine

Il termine The Great Decoupling è diventato virale tra i SEO e i marketer digitali a partire dal 2024. A lanciarlo sono stati nomi internazionali come Darwin Santos e Barry Schwartz, sempre pronti a lanciare nuove buzzword appena Google cambia una virgola. Il concetto è semplice: mentre le impression in Google Search Console continuano a crescere o restano stabili, i click sulle pagine web stanno precipitando come un treno senza freni.

Ma perché questo “distacco” improvviso? In passato, impression e click andavano più o meno di pari passo. Ora invece, come dimostrano tantissimi grafici condivisi, la forbice si apre sempre di più. Il motivo? Google mostra più risultati, ma l’utente clicca sempre meno.

Cosa dice Martin Splitt di Google

In mezzo a tutto questo can-can, è intervenuto Martin Splitt dagli studi di Google Zürich, sempre pronto a gettare acqua sul fuoco delle polemiche SEO. Durante un evento, Martin ha spiegato che non è il caso di farsi prendere dal panico: secondo lui, il nuovo scenario creato da AI Overviews e AI Mode riflette un’evoluzione naturale della customer journey.

Secondo Splitt, non è tanto importante la quantità dei click, ma la loro qualità. In pratica, anche se oggi ricevi meno click, quelli che arrivano sono più “motivanti” e portano più facilmente a una conversione. O come si dice dalle nostre parti, “meglio pochi click ma buoni, che una valanga di traffico inutile”.

Attenzione: questo non significa che tutto vada a rotoli! Bisogna semplicemente leggere i dati in modo diverso e aggiornare le proprie strategie.

Perché succedeIl ruolo degli AI Overviews e dell’AI Mode

Se ti stai chiedendo chi sia il colpevole di questa separazione tra impression e click, la risposta è quasi sempre la stessa: AI Overviews e il nuovo AI Mode di Google. Ma cosa sono davvero queste “AI-robe”?

In pratica, Google si sta trasformando in un motore di risposte sempre più diretto. Con AI Overviews (che negli Stati Uniti sono già ovunque), gli utenti si trovano subito una panoramica completa in cima alla SERP. Il risultato? Le persone trovano quello che cercano già su Google e non hanno più motivo di cliccare sul sito di qualcuno.

Un esempio concreto: digiti “come si fa la carbonara” e Google ti serve la ricetta subito in evidenza, senza che tu debba nemmeno guardare i risultati classici. Addio al classico viaggio tra i blog culinari!

Con l’arrivo di AIO e AI Mode, la SERP è diventata una specie di assistente personale: ti risponde, ti guida, ti suggerisce. E spesso non ti fa uscire mai dalla pagina di ricerca.

Zero-click searches e nuovi modelli di customer journey

Il fenomeno delle zero-click searches non nasce oggi, ma con l’AI si è fatto ancora più evidente: sempre più ricerche finiscono senza click. Non è solo “colpa” dei riassunti AI, ma anche di snippet, knowledge panel e tanti altri elementi che forniscono risposte rapide.

La vera rivoluzione? Il percorso dell’utente è sempre più spezzettato e imprevedibile. Spesso le risposte vengono trovate subito, ma magari il potenziale cliente torna dopo, quando è davvero pronto a comprare o contattare. Succede che una conversione avvenga anche senza che la Search Console la registri come click.

In altre parole: oggi Google è più un assistente che un semplice motore. E noi dobbiamo imparare a giocare secondo queste nuove regole.

Una volta per tutte: differenza tra AI Overviews e AI Mode

Facciamo chiarezza, perché in tanti ancora fanno confusione tra AI Overviews (AIO) e AI Mode – e non solo chi ha appena iniziato a seguire le evoluzioni di Google.

AI Overviews (AIO) è la funzione che mostra una risposta riassuntiva generata dall’intelligenza artificiale direttamente sopra i risultati organici di Google, soprattutto su query complesse o informative. Fino a poco tempo fa era visibile solo negli Stati Uniti, ma da circa un mese AIO ha iniziato a comparire anche in Italia e in Europa e, giorno dopo giorno, si sta facendo vedere sempre più spesso anche nelle nostre ricerche. Quindi, non serve più la VPN per avvistarla: sta diventando parte della SERP italiana, soprattutto su certi tipi di domande.

AI Mode, invece, è tutt’altra storia. Qui parliamo di una modalità sperimentale e molto più avanzata, che trasforma la ricerca in una vera e propria conversazione con Google. In AI Mode puoi fare domande di follow-up, interagire con la SERP quasi come se parlassi con un chatbot personale, e ricevere risposte approfondite e personalizzate. Ma attenzione: AI Mode non è ancora disponibile in Italia. Per provarlo, serve collegarsi dagli Stati Uniti o dal Canada – oppure usare una VPN e impostare la posizione di conseguenza.

In sintesi:

  • AI Overviews (AIO): risposte AI che ormai compaiono anche in Italia, sempre più spesso visibili nelle ricerche “informative”
  • AI Mode: modalità conversazionale e super interattiva, la si richiama con un click/tap in alto a sinistra dal menu contestuale, per ora attivo solo negli USA e Canada; in Italia, solo tramite VPN (e solo per chi sa come fare).

Non è strano che molti si siano confusi fino a pochi mesi fa: solo chi segue gli aggiornamenti internazionali o fa test con la VPN aveva già chiara la differenza. Ora, con l’arrivo di AIO anche in Italia, è fondamentale distinguere bene le due cose.

Dati e numeri in Italia e nel mondo

Quando si parla di The Great Decoupling, la tentazione di urlare “al lupo al lupo” è forte, soprattutto quando si guardano certi grafici di Google Search Console. Ma cosa ci dicono davvero i numeri? E cosa sta succedendo in Italia rispetto agli altri paesi?

Impression in salita, click in calo: le statistiche

Da quando AI Overviews è arrivato anche da noi, sempre più SEO italiani stanno segnalando la stessa cosa:

  • Le impression sono in aumento, soprattutto su query informative o generiche
  • I click calano, spesso anche in modo sensibile

Secondo i dati condivisi da alcune delle principali piattaforme di monitoraggio (come Semrush e Ahrefs), in USA e UK si è registrato un calo medio del CTR (Click Through Rate) tra il 12% e il 24% sulle query dove compare una risposta AI. Anche in Italia, pur con numeri ancora “freschi”, le prime analisi mostrano la stessa tendenza: più visibilità, meno traffico reale sul sito.

Le percentuali che contano davvero

– Impression su: +18% medio nelle SERP con AIO attivo
– Click giù: -15% medio sulle stesse query
– Zero-click searches: alcune analisi stimano che in USA quasi il 65% delle ricerche ora termina senza nessun click (fonte: SparkToro)

Attenzione però: questi dati non vanno letti con terrore, ma come segnale di un cambiamento strutturale. L’aumento delle impression spesso significa che Google sta mostrando il tuo sito a un pubblico più ampio, ma le persone scelgono di rimanere direttamente sulla pagina dei risultati. Non tutto il traffico “perso” era davvero di valore!

In Italia la musica è la stessa, ma con qualche settimana di ritardo

Anche in Italia il fenomeno è partito, ma i numeri sono ancora in fase di assestamento. Alcuni settori (viaggi, ricette, salute) vedono già un decoupling netto, mentre in altri si nota meno. Quello che conta, però, è che la tendenza è globale: impression e click non camminano più mano nella mano.

In sintesi:

  • Non siamo soli, il fenomeno riguarda tutto il mondo
  • Le impression aumentano, ma bisogna cambiare il modo di leggere le metriche
  • L’importante è capire cosa succede e non farsi prendere dal panico

Impatti per la SEO e in ottica di business

Ora che sappiamo cosa sta succedendo, viene spontanea la domanda:

“Ma questa separazione tra impression e click ci rovina davvero la festa? O possiamo ancora giocarcela bene nel mondo della SEO?”

Crescono le impression “vuote”

Il primo effetto che molti SEO hanno già notato è l’aumento delle cosiddette impression “vuote”: il sito viene visualizzato nei risultati, ma nessuno ci clicca sopra.

  • Succede spesso quando Google offre già una risposta completa grazie a AI Overviews.
  • Le SERP informative (ricette, definizioni, consigli rapidi) sono le più colpite.

Questo non significa che il tuo sito sia improvvisamente diventato inutile. Vuol dire, semplicemente, che il ruolo del sito sta cambiando:

  • Più presenza, meno click immediati.
  • La visibilità conta ancora, ma non si traduce più automaticamente in traffico.

Approfondisci sul report ufficiale di Ahrefs
Leggi l’analisi di SparkToro

Ma chi clicca oggi converte meglio

Qui arriva la buona notizia: la qualità dei click che riceviamo tende a migliorare.

  • Chi supera la “barriera” delle risposte AI e arriva davvero sul sito, di solito ha un intento più forte.
  • In pratica, chi clicca oggi è davvero interessato, non solo curioso.

Diversi studi lo confermano: la conversione per visita tende a crescere, anche se i volumi diminuiscono.
È meglio ricevere meno click, ma più profilati e pronti a compiere un’azione.
Per molti business, questo significa una maggiore efficienza nella spesa SEO e campagne più centrate.

In sostanza: la quantità di traffico “grezzo” scende, ma chi arriva è più propenso a convertire. Non è la fine della SEO, ma un suo riassestamento.

Come adattare la strategia SEO

Abbiamo capito che il vecchio modo di leggere i dati in Google Search Console non basta più. Ma allora, come si sopravvive — e magari si prospera — nell’era del Great Decoupling? Ecco alcune mosse concrete:

Ottimizzare per AI Overviews

Le AI Overviews sono ormai parte del panorama anche in Italia. Ha senso quindi chiedersi:
Come posso finire dentro quei box AI e restare visibile?

  • Punta su contenuti chiari, sintetici e strutturati, che rispondano direttamente alle domande degli utenti.
  • Utilizza FAQ, elenchi puntati e tabelle: la AI di Google ama i dati organizzati.
  • Aggiorna le pagine con dati freschi e autorevoli, inserendo fonti chiare.

Essere inclusi in un AI Overview può significare visibilità extra, anche se il click non arriva subito.

Rafforzare branded queries e top-of-funnel

Più la ricerca si fa generica, più Google risponde “da solo”.
L’unico modo per restare rilevanti è rafforzare la propria identità di brand.

  • Lavora sulle branded queries (ricerche che contengono il nome della tua azienda/prodotto).
  • Crea contenuti che accompagnino l’utente in ogni fase del percorso: dal primo contatto fino alla conversione.

Un brand forte resta cercato anche quando le risposte generiche sono già sulla SERP.

Diversificare le fonti di traffico

Affidarsi solo a Google non è più sostenibile.

  • Sfrutta newsletter, social, community, YouTube e ogni canale che può portare traffico qualificato.
  • Costruisci relazioni e fidelizzazione: il visitatore che ti conosce tornerà anche senza passare dalla ricerca organica.

Modificare KPI: dalla quantità alla qualità

Serve cambiare mentalità e anche i parametri di valutazione:

  • Non guardare solo i click, ma misura engagement, tempo speso, conversioni reali.
  • Dai valore a micro-conversioni (iscrizioni, download, interazioni social), non solo agli acquisti.

La SEO oggi si misura di più sulla qualità che sulla quantità.

Perfetto! Ottimo spunto e super attuale. Integro subito un breve paragrafo dedicato ai markup schema.org nella sezione Come adattare la strategia SEO, perché è davvero un game changer per l’On Page.

Non dimenticare i markup schema.org: il vero game changer On Page

Un aspetto troppo spesso sottovalutato — ma che fa davvero la differenza — è l’utilizzo accurato dei markup schema.org. Compilare con meticolosità i dati strutturati aiuta Google a capire meglio e più velocemente i tuoi contenuti, aumentando le possibilità di essere selezionato sia per le AI Overviews sia per altri formati avanzati nella SERP.

  • Utilizza i markup specifici per il tuo settore (FAQ, HowTo, Product, Article, ecc.)
  • Assicurati che i dati siano sempre aggiornati e privi di errori di sintassi
  • Inserisci ogni campo richiesto e raccomandato: più dettagli offri, più Google “capisce”

Google ha confermato più volte che i dati strutturati giocano un ruolo chiave nell’ottimizzazione per AI Overviews e AI Mode.
Leggi i consigli ufficiali di Google su SEJ

Morale della favola: anche nell’epoca dell’intelligenza artificiale, la cura maniacale per i dettagli tecnici On Page resta una marcia in più.

FAQ: domande frequenti su The Great Decoupling

1. Cos’è il Great Decoupling in Google Search Console?

Il Great Decoupling è il fenomeno per cui le impression crescono (o restano alte), mentre i click verso il sito calano. Succede soprattutto dopo l’arrivo delle AI Overviews, che danno risposte direttamente in SERP, riducendo la necessità di cliccare.

2. Gli AI Overviews penalizzano sempre il traffico del mio sito?

No, non sempre!
Se da un lato alcune query informazionali portano meno click, dall’altro chi clicca dopo aver visto un AI Overview di solito ha un’intenzione molto forte e può convertire di più.
Non tutti i settori sono colpiti allo stesso modo e il fenomeno è più marcato sulle query “generaliste”.

3. Cosa devo monitorare oggi in Google Search Console?

Non limitarti più solo a impression e click!

  • Analizza anche la qualità del traffico: bounce rate, tempo sulla pagina, conversioni.
  • Osserva quali pagine entrano nei box AI e ottimizza per essere ancora più visibile (anche senza click immediato).
  • Segui le branded queries: la tua reputazione resta fondamentale.

4. Il declino dei click colpisce tutti i settori?

No, ci sono grandi differenze:

  • I siti che offrono risposte rapide (ricette, definizioni, info base) sono i più colpiti.
  • Settori più specialistici, ecommerce e pagine ad alto valore continuano a ricevere click di qualità.
  • Adattare la strategia è sempre la chiave per ridurre l’impatto.

5. Come misuro le conversioni “senza click”?

In molti casi le conversioni avvengono anche dopo una prima interazione “senza click” (ad esempio, un utente trova subito un’informazione, ma torna a cercarti dopo direttamente).

  • Monitora il traffico branded e i ritorni diretti al sito.
  • Usa strumenti avanzati di attribution e segmenta le analytics per capire il percorso utente reale.

La SEO cambia, ma non muore (anzi!)

Il Great Decoupling non è la fine della SEO. È solo un nuovo capitolo, fatto di più complessità e meno automatismi. Chi sa leggere i dati, aggiornarsi e sperimentare continuerà a portare valore — anche senza vedere schizzare i click come una volta.

L’arrivo di AI Overviews e, prossimamente, di AI Mode in Italia ci obbliga a essere ancora più precisi, creativi e strategici:

  • Contenuti chiari e sintetici
  • Dati strutturati a regola d’arte
  • Forte identità di brand
  • Monitoraggio costante della qualità, non solo della quantità

La vera sfida oggi è questa:
trasformare ogni impression “vuota” in un’opportunità per farsi ricordare, e ogni click che arriva in una relazione di valore.

Se vuoi capire come leggere davvero i tuoi dati e adattare la strategia SEO della tua azienda al nuovo mondo di Google, contattami: ci aggiorniamo insieme, senza panico e con il sorriso!


Articolo redatto dal team di Pistakkio – Agenzia SEO nell’area metropolitana di Firenze, 2025.

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Autore

Fabrizio Gabrielli

Mi piace camminare all'aria aperta, amo le penne stilografiche e la mia moto Kawasaki ER6-f. SEO Expert, Growth Hacking Manager e web marketing addicted. Dopo una ventennale collaborazione con svariate multinazionali, soprattutto dalla Germania e dagli USA, nel febbraio 2019 ho fondato Pistakkio®, che è marchio registrato in tutta Europa. Creo Valore nel posizionamento SEO di progetti web e faccio pubblicità online su Google Ads per le piccole e medie imprese del tessuto imprenditoriale local business in Toscana e in tutto il Centro Italia.