Se Nel tuo marketing la parola È il preludio all’azione, il Tuo Business avrà successo.
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Tutto inizia con le parole: il marketing dei contenuti ai fini del posizionamento SEO
Tempo di lettura stimato: 23 minuti
Ancora oggi, in tempi di Intelligenza Artificiale, le parole rappresentano il maggiore veicolo di comunicazione. Nonostante il progresso, ciò dipende dal fatto che le persone, non solo nel Business, stabiliscono delle relazioni. E le relazioni si basano sulla fiducia reciproca. E la fiducia reciproca si consolida quando alle parole seguono le Azioni e i Fatti. Facciamo un recap e partiamo dall’inizio.
Indice
In Principio era il Verbo: il Content Marketing
Vi ricordate?
Sì, OK, non vorremmo partire da troppo lontano… Però lo facciamo lo stesso. Il Verbo è la Parola.
Ci sono alcuni aspetti che non sono cambiati nel mondo del web. Oggi abbiamo i video creati con l‘Intelligenza Artificiale e i podcast che parlano con la voce dei robot, ma il web è fatto ancora di parole.
Come diceva il filosofo austriaco Wittgenstein, la Parola è un Atto d’Azione (parafrasando). A inizio Novecento arrivò a teorizzare che Dire qualcosa rappresenta già un Atto, un’Azione.
Anche qui, e senza cadere nella retorica. Parliamo di Business. Si possono citare tutte le teorie di marketing che volete, tonnellate di libri su come vendere. Ma se poi, alla fine della fiera, mancano i risultati, tutto viene a cadere. Quindi le Parole, prima di tutto. E poi i Fatti. Che in tema di marketing digitale sono i contatti, le telefonate che ricevete, veicolate dalla vostra presenza online.
Se le tue parole sono giuste, le persone le leggeranno, le capiranno. Se le parole sono seguite dai fatti, le persone resteranno affascinate da te e da ciò che scrivi. Che cos’hai da dire? Inizia con una pagina, scrivi e racconta una Storia. La Tua Storia. Scrivi su quella pagina e poi migliorala di volta in volta. Chiediti tutte le volte se quello che stai facendo è utile a chi ti legge, Utenti, Clienti.
Tutto il resto verrà come conseguenza. Anche noi di Pistakkio abbiamo intrapreso questa strada. Questo sito nasce volutamente scarno e costruito sulla parola, a cui devono seguire le Azioni e i Fatti.
Che cos’è la Content SEO? Che cos’è il Marketing dei Contenuti?
Il Marketing dei Contenuti è la strategia che rende possibile la Comunicazione della Tua Visione e della Tua Missione ai Tuoi Clienti.
Che cos’è il contenuto in ottica SEO?
I contenuti SEO sono contenuti progettati e realizzati affinché si posizionino sui motori di ricerca. Di primo acchito si potrebbe pensare che tutti i contenuti sono contenuti SEO, ma non è così. Mediamente, se va bene, solo un 30% dei contenuti di un sito si posiziona bene su Google. Il resto dei contenuti non riesce a posizionarsi al top.
La Content SEO è una parte della SEO On Page. La Content SEO tratta delle strategie e delle tattiche per ottenere contenuti di Qualità. I contenuti sono uno dei tre fattori chiave per il posizionamento del tuo sito web su Google. Gli altri due sono nell’ordine: i links e il RankBrain, sul quale torneremo in un altra pagina.
Pubblicare contenuti di Valore e di Qualità è quindi non solo un fattore chiave, ma anche un modo per soddisfare i tuoi potenziali Clienti. È un modo anche per catturare nuovi visitatori al sito, che possono trasformarsi in futuri Clienti. Vediamo come.
Come scrivere contenuti in ottica SEO che “spaccano”
Andiamo nel dettaglio di ogni passo da intraprendere.
Trova un argomento che attrae il tuo pubblico target di riferimento per il Tuo Business
Per iniziare la ricerca di topics che attraggono i potenziali lettori/clienti ad atterrare sul tuo sito, ci sono molti tools e metodi. Più o meno tutti i tools della SEO per addetti ai lavori hanno una funzione ad hoc. In alternativa si può ricorrere allo strumento gratuito di Google Ads, il Keyword Planner.
Inizia a ragionare in termini di “phrase match”, non più di “parole chiave”. Che cosa significa questa affermazione? È presto detto. Ormai le persone non cercano più solo
ristorante Firenze
in base al “vecchio” concetto delle parole chiave.
Oggi le persone quando cercano su Google un ristorante a Firenze, lo fanno nel 90% dei casi, trovandosi in mezzo al marciapiede, con autobus, taxi e persone che gli passano a fianco. Perché? Perché sono in giro per Firenze e stanno cercando un ristorante dove andare a mangiare di lì a mezz’ora. Inoltre non cercano solo “un” ristorante, bensì “il” ristorante, cioè quello che hanno sognato da una vita, quando per anni hanno fantasticato di venire a Firenze, nella culla del Rinascimento. Chiaro? Inoltre, probabilmente, cercheranno ristoranti che siano consoni ai loro gusti, anche quelli del momento. Ispirati da tutte queste sensazioni che gli balenano nel cervello, è assai probabile che la loro ricerca sia più simile a qualcosa del genere:
ristorante tipico toscano in centro storico con bistecca alla fiorentina e funghi porcini
Ah, badate bene: non importa nemmeno che scriviate la parola Firenze, perché tanto Google sa già dai dati della geolocalizzazione dello smartphone che vi trovate a Firenze in mezzo alla strada! Pertanto Google vi restituirà dei risultati che tengono conto della vostra posizione e non vi suggerirà degli ottimi locali di Pontassieve, ma proprio quelli che si trovano entro 2 km da dove vi trovate. Detto en passant, Google sa anche dai dati di cui sopra dello smartphone, a quale velocità vi state spostando sulla mappa, per cui “vede” anche se siete in auto o a piedi o in bici. Se siete in auto, magari vi dà suggerimenti che arrivano fino a 5-10 km. Semplice no? Ecco perché le parole chiave contano fino a un certo punto. Oggi conta l‘intento (o intenzione) di ricerca o l’intento (o intenzione) dell’utente.
L’esempio che abbiamo fatto sul ristorante con la bistecca alla fiorentina a Firenze è chiaramente un esempio di ricerca, cosiddetta, navigazionale. Cioè, sto cercando qualcosa per andarci fisicamente.
Quando lavori sulla ricerca delle parole chiave, statisticamente concéntrati, anche per una questione pratica e pragmatica, sui volumi di ricerca maggiori. Come diceva quella famosa pubblicità del gelato: “Tu is megl’ che uan”. Inizia da una ricerca generica, utilizzando l’opzione Individua nuove parole chiave, dopodiché passa a vedere i volumi di ricerca, accedendo all’altra opzione della schermata principale del Keyword Planner, si chiama: Ottieni volumi di ricerca e previsioni.
Nessuno pretende che tu faccia sfracelli il primo giorno. Ma vedrai che con applicazione e metodo, i risultati arriveranno. E se per caso hai dei dubbi o vuoi ottimizzare o correggere il tiro, affidati a chi con Google Ads ci lavora tutti i giorni. Cioè a noi, che restiamo a disposizione anche per chiacchierate gratuite e informali, prima di studiare come intervenire sulle tue campagne.
Analizza l’intento di ricerca
Google negli anni passati ha investito miliardi di dollari per capire le intenzioni che si celano dietro alle ricerche degli utenti. E se è per questo, continua ad investirci ancora tonnellate di denaro.
Torneremo a parlare dell‘intento di ricerca nel sito e nel blog, anche perché è uno dei temi “caldi” della SEO di questi anni. Per il momento, sappiate che quando scriviamo nel web dobbiamo andare a intercettare il genere di ricerche che ci interessano, in base al nostro posizionamento e in base alla nostra strategia.
Uno studio di un commercialista o un avvocato avrà meno bisogno di intercettare gli utenti come fa un ristorante, perché il “bisogno” di parlare con un avvocato o un commercialista è meno impellente del bisogno primario di cibarsi e riempirsi la pancia (anche se lo si fa scegliendo sapientemente in base ai propri gusti e alle proprie inclinazioni). Inoltre, andare da un avvocato o a trovare il commercialista, presuppone il fatto che si tratta di figure altamente improntate sulla fiducia di lungo periodo, e pertanto è facile che una ricerca navigazionale per arrivarci sia meno probabile, perché si è già clienti di lungo corso e si sa già dove si trova il suo studio professionale.
Analizzare l’intento di ricerca è una sfida molto stimolante per chi si occupa di SEO ed è anche uno degli aspetti più intriganti, perché significa immedesimarsi nella testa delle persone. Ne parliamo in seguito su questa stessa pagina.
OK. Arrivati a questo punto, come vedi, la situazione non è proprio semplice, ma se vuoi lo stesso fare da solo, andiamo avanti e vediamo quali sono i prossimi passi per pubblicare un bel post o un articolo nel tuo sito.
Fatti una scaletta di quello che devi comunicare al Tuo pubblico
La paura della pagina bianca, quando si comincia a scrivere
Sei davanti alla pagina del tuo sito. La classica pagina bianca che ti blocca. Accade anche col foglio di carta bianco davanti a te sulla scrivania e con questo non vogliamo farti ripiombare nelle paure e nelle ansie che avevi quando andavi a scuola. Anche se, scrivere su un sito è metterci la faccia, mettersi in gioco, mettersi a nudo (come persona e come professionista).
Il tuo sito aziendale è la Tua Storia di imprenditore e di professionista. Raccontarsi non è mai facile, se non vuoi essere banale e scontato. Ma lo devi fare. Non perché te lo ha detto il dottore o perché lo hai letto in giro. Lo devi fare perché scrivendo, sia online che offline, ti liberi da tutte le magagne represse che ti sei tenuto dentro in questi due anni schifosi di pandemia. Lo devi fare, perché raccontare sé stessi agli altri fa bene. A prescindere dall’obiettivo dell’aumento di fatturato, che comunque ovviamente conta.
Ti confidiamo una cosa: questa paura di raccontare sé stessi, di mettersi a nudo e in gioco nel nostro essere professionisti della SEO e del Pay per Click, in Toscana, per tutto il territorio di Firenze, della piana di Prato, Pistoia e della Valdinievole, lo abbiamo avuto anche noi di Pistakkio®.
Fatti una scaletta a punto di quello che vuoi comunicare
Si potrebbe dire: come per tutte le cose della vita: fatti una scaletta, un prospetto, una dichiarazione di intenti!
- Che cosa devi dire (il fulcro di tutto)
- Come lo devi dire? (immagini, articolo, post, foto, infografica, video, scheda prodotto, podcast)
- A chi lo devi dire (il tuo pubblico di riferimento)
- Che tono o linguaggio vuoi usare (formale, informale, giovanile)
- Angolo o prospettiva del racconto (da qualel punto di vista stai raccontando)
- Obiettivo (vuoi informare? vuoi intrattenere? vuoi vendere?)
Tira fuori il meglio di te, magari non sai di avere delle qualità nascoste!
Classico esempio: le schede prodotto degli e-commerce fatte con lo stampino. Ma diamine: hai speso migliaia di euro per il tuo fantastico e-commerce di prodotti tipici e poi tralasci di raccontare tutto quello che c’è dietro all’ottenimento della DOP o della DOCG? Che tu ci creda o no: il web è pieno di e-commerce di prodotti locali, siti fatti anche bene, ma che poi cascano sulle descrizioni delle schede prodotto. Te la ricordi la Signora Longari del Rischiatutto? Vabbè, magari sei un ragazzo giovane e non sai tutta la Storia, vatti a “googlare” la famosa leggenda della gaffe di Mike Bongiorno con la Signora Longari…
Ti diamo anche la ricerca informazionale
mike bongiorno gaffe rischiatutto signora longari
Scherzi e battute a parte. Torniamo sull’esempio delle schede prodotto dell’e-commerce di prodotti locali, perché è un caso che ci è capitato. Tu vendi una delle migliori carni al mondo (la chianina!) e poi fai fare le schede prodotto a un’agenzia che te le fa, appaltando il lavoro a un giovincello precario che lavora part-time? No, non ci siamo. Stai perdendo fatturato. Poi, per carità, coi soldi tuoi ci puoi fare quello che ti pare, se ti va, puoi anche sbatterli fuori dalla finestra!
Scrivi una bozza di quello che vuoi raccontare
Per scrivere in bozza, la regola numero uno sapete qual’è? Mai scrivere direttamente sul CMS, sul backend del sito, insomma dentro a WordPress o al sistema che usi (Joomla, Wix, Squarespace, Weebly, Jimdo, Strikingly, Tilda, Medium, insomma capito, no?).
Qualsiasi sia il sistema che usi, scrivi sempre su un editor che permetta di pensare solo al testo e alla pagina bianca, senza distrazioni. Che sia Microsoft Word o Open Office o Google Docs, non importa. Ma usa un editor basilare, senza orpelli e senza troppe funzioni. È solo dopo, vedi paragrafo successivo, che abbellirai il testo redatto con i grassetti e le opzioni che tendono a catturare meglio l’attenzione del lettore. Vuoie sapere che cosa usiamo noi? Va bene. Te lo diciamo, non è un segreto. Usiamo un editor online che si chiama Hemingway Editor App e che ha anche il grande pregio di segnalarti, anche in italiano e non solo in inglese, quando le tue frasi iniziano a diventare troppo complicate, colorandoti in automatico il testo. Ne esiste anche una versione desktop a pagamento, che costa un paio di decine di euro, ma vale tutti i soldi spesi e anche molto di più (però non ditelo agli sviluppatori).
E mi raccomando: occhio agli errori di ortografia. Se ci sono errori di battitura, il tuo testo sembra sciatto, “tirato via”, come si dice in Toscana.
Un consiglio per scrivere, anzi due: scrivi frasi possibilmente brevi. Parla come mangi, si direbbe. Uno dei grandi guru di Google, tempo fa, rispose a un utente dicendogli più o meno: fai in modo che il tuo sito lo possa capire anche tua nonna. Ormai è una frase che è entrata nella Storia del Web. Impara da chi ci è passato prima di te.
Quando ti metti a scrivere a tavolino, magari con accanto una bozza redatta a mano, come facciamo noi, ogni 40 minuti alzati e sgranchisciti le gambe. Guarda fuori dalla finestra nelle pause. Se non sei abituato a scrivere e non sei sicuro di scrivere a modo, manda il testo a un amico/a e fatti dire che cosa ne pensa.
Rendi attraente il tuo contenuto
Una volta redatto il contenuto e allorché siamo abbastanza convinti che abbiamo centrato tutto quanto detto in precedenza (pubblico di riferimento, argomento, come dire che cosa), siamo arrivati al momento in cui puoi mettere in bella copia il tutto. È adesso che inserirai i grassetti, i corsivi, le foto, le immagini, le eventuali infografiche, video e audio. Insomma tutto quello che ritieni che possa dare un Valore supplementare alle Parole.
Per ragioni tecniche, questo sito presenta molte immagini tratte dalle schermate del computer. Tu, scegli le immagini che più si addicono al tuo sito, al tuo design e al tuo pubblico di riferimento. Possibilmente evita le cosiddette Stock Photos, cioè tutte quelle immagini riprese dal web che sono super stantìe. Il classico esempio è una foto tipo questa, per l’agenzia web, con il portatile, la scrivania, la tazza di caffè. Ormai è, come dire, giusto un pelino “rivista”, leggasi banale.
Meglio ancora, usa i video. Ci sono molti tools che fanno video brevi da inserire nei siti o sennò sfrutta i codici embed di incorporamento di Instagram e riprendi senza problemi i tuoi post, le tue Stories e i tuoi Reels di Instagram, appunto.
Compila i Tag Titolo e Descrizione in modo coinvolgente
Questo argomento lo abbiamo già ampiamente trattato nella pagina dedicata alla SEO On Page. Vattelo a leggere là. In breve: la compilazione dei Tag Titolo e Descrizione è uno dei fattori più importanti per il Ranking delle pagine web. Sii creativo e tira fuori il venditore che c’è in te! Ricordati che entrambi questi Tags sono quelli che compaiono nella ricerca di Google. In gergo tecnico si chiama snippet della ricerca. Lo snippet deve invogliare il lettore a cliccare sul risultato di ricerca che compare su Google.
Pubblica il post/articolo. Evvai! Sei online!
Come già ricordato, scrivi il tuo post/articolo in un editor esterno, Google Docs va benissimo. Da lì ci sono dei tools carinissimi, come ad es. Wordable, che permettono di pubblicare direttamente sul tuo blog, con anche le immagini. Anche Hemingway.app permette di esportare il post e di pubblicarlo direttamente su WordPress e su Medium.
A pensarci bene, andare online con WordPress o altri CMS si fa talmente presto, che la cosa può diventare anche disarmante. In effetti, il problema vero è quello di riuscire a capire bene quello che si vuole comunicare. Avere un sito oggi è semplice e lo si può fare in un pomeriggio o poco più. Ma “parlare al mondo”, aprirsi all’esterno per comunicare il proprio Credo Aziendale non è mai facile, anche perché occorre differenziarsi dalla concorrenza.
Vediamo quali sono gli intenti di ricerca principali
In precedenza abbiamo introdotto l’argomento, molto importante, dei vari tipi di intento di ricerca. È un tema “caldo”, ma anche molto stimolante per noi che ci occupiamo di SEO e di posizionamento di siti web sui motori di ricerca, sia in organico che tramite campagne pubblicitarie a pagamento online su Google.
Intento di ricerca informazionale
In base a questo tipo di ricerche, l‘Utente si trova (ancora) in una fase preliminare di raccolta di informazioni. Percentualmente è la stragrande maggioranza delle ricerche effettuate sui motori nel web. In queste ricerche l’utente sta cercando risposte alle sue domande, ai suoi dubbi. Può anche darsi che chi cerca, stia solo cercando di imparare qualcosa, senza intenzione di fare acquisti. Da un punto di vista della gestione di un sito web, riuscire a intercettare le ricerche informazionali può tuttavia avere un’importanza strategica basilare, in quanto offrire Valore agli Utenti, anche in assenza di un processo di acquisto, serve a costruire la reputazione di un Brand e, quindi, a dare Qualità al sito stesso. Tanto per capirci, è assai probabile che siate “capitati” a leggere questo articolo, perché siete solo curiosi di sapere che cosa sono i tipi di ricerca. Va benissimo così. Per vendere o catturare i nostri clienti, noi utilizziamo altre pagine apposite, costruite ad hoc.
Intento di ricerca navigazionale
Con queste ricerche gli Utenti hanno bisogno di arrivare in un luogo o in un posto, che può essere sia online che anche nella vita reale. Si possono cercare indirizzi fisici reali, come negozi, location, musei, luoghi da vedere. E si possono cercare luoghi virtuali, come ad es. se andate su Google e cercate Twitter o il sito della vostra squadra di calcio del cuore. Nel mezzo ci sono le ricerche navigazionali dove si cercano le attività di Business che hanno sia una presenza online che fisica come negozi, centri commerciali. È il caso tipico delle ricerche della Local SEO. Nei paesi di lingua anglosassone si chiamano bricks and mortar businesses, cioè le aziende “mattoni e calcina”. Vi abbiamo scritto questa definizione, non per fare sfoggio culturale, anche se noi ovviamente parliamo e scriviamo correntemente in lingua inglese. Vi abbiamo riportato questo concetto, come “phrase match” che potete ricercare nel web, qualora anche voi siate interessati a leggere del materiale di provenienza anglosassone.
Intento di ricerca transazionale
È quello che c’interessa di più, quello anche più sfidante. L’intento di ricerca transazionale riguarda transazioni, cioè passaggi di merce, cioè essenzialmente compravendite, sia fisiche (il classico paio di scarpe) che virtuali (ad es. software venduto online o pacchetti di abbonamento online). In questo tipo di ricerche l’Utente è pronto già a comprare, ha il dito pronto sul mouse o sullo schermo dello smartphone.
Rientrano in questa categoria le ricerche che abbiamo citato prima sul ristorante di Firenze che propone la bistecca (vedere qui sopra), ma anche tante ricerche locali e legate a quelle che noi addetti ai lavori chiamiamo “parole trigger”, cioè parole caratteristiche di questo tipo di ricerche. Senza svelare troppo dei nostri piccoli, ma preziosi segreti professionali, rientrano in questo tipo di ricerche parole trigger come migliore, prezzo, economico. Anche molte tra le ricerche local che usano la località sono transazionali, a patto che siano fatte su smartphone. E anche noi addetti ai lavori possiamo circoscrivere le nostre campagne solo a coloro che fanno le ricerche da smartphone mobile. Qui le persone cercano pagine che descrivono prodotti, prezzi e un pulsante “Compra”, di cui noi possiamo tracciare il click con un semplice comando script su Google Tag Manager. Sono ricerche transazionali
miglior hotel sulla spiaggia per famiglie a Rimini
prezzo ristorante giapponese sul mare a Viareggio
Intento di ricerca commerciale
Una via di mezzo tra le ricerche informazionali e quelle transazionali sono quelle cosiddette commerciali, sebbene alcuni nostri colleghi, addetti ai lavori, le ascrivano semplicemente a quelle informazionali. Si tratta delle ricerche commerciali preliminari in fase esplorativa, come la richiesta di info e dati o confronti e recensioni su vari prodotti e servizi. Qui l’Utente non è ancora pronto ad acquistare. Si trova ancora in una fase di perlustrazione (Awareness) e sta raccogliendo dati e informazioni. Ma con delle tattiche di remarketing/retargeting possiamo intercettare questo genere di ricerche e di Utenti anche in un secondo momento. Tipicamente le parole trigger usate in questo genere di ricerche possono essere confronto tra X e Y, opinioni su, recensioni, cinque stelle e altre ancora.
opinioni telefonino valutazione cinque stelle
ristorante recensioni
dentista Lucca
e anche
quanto costa la SEO?
prezzo gestione mensile campagne Google Ads
Per adesso sull’intento di ricerca e su come intercettarlo ci fermiamo qui. Torneremo a parlarne nel blog.
Il contenuto basta, da solo, per posizionarsi su Google?
Com’è noto, anzi, arcinoto, Google ci dice da anni che il modo migliore per posizionare una pagina web sono (in questo ordine): prima i links (a patto che siano di Qualità, altrimenti sono addirittura deleteri) e poi i contenuti.
Quindi, la risposta al quesito del titolo qua sopra è abbastanza semplice: sì, il contenuto può bastare a posizionarsi bene, ma solo a patto che non ci si riferisca a settori particolarmente competitivi. In altre parole, se non c’è molta competizione, i contenuti di una pagina possono bastare da soli a posizionarsi bene. Magari non proprio al primo posto della pagina di Google, ma comunque bene. Il fatto è però che il web è cambiato molto negli ultimi anni. Se nel 2015 c’erano le famose “praterie” (il che rende bene l’idea di lande deserte dove puoi fare il bello e il cattivo tempo!), oggi la competizione è molto più ampia e agguerrita.
Per esperienza, è molto più difficile posizionare bene un agriturismo nel Chianti, piuttosto che un’industria meccanica o un riparatore e installatore di caldaie o impianti elettrici.
L’Hotel di Firenze in centro storico è difficile posizionarlo bene, anche perché ci sono i colossi tipo Expedia, Tripadvisor e Booking. Stare sopra di loro è praticamente impossibile. Anche nel campo delle prestazioni professionali i tempi sono cambiati. Se oggi digiti su Google:
avvocato firenze
commercialista prato
idraulico Empoli
non è più come qualche anno fa.
Così, in questi casi il posizionamento va accoppiato con la creazione di un progetto di Link Building, cosa di cui abbiamo parlato nella pagina dedicata. Contano solo i links di Valore, di Qualità e da siti che abbiano una buona reputazione, Google parla senza mezzi termini di Autorevolezza.
Inutile dire che scopiazzare in giro non solo non ripaga, ma addirittura c’è il rischio che il tuo sito venga penalizzato pesantemente da Google. Anche di questo argomento ne abbiamo parlato nella pagina dedicata alla SEO On Page.
Considerazioni finali sulla strategia dei contenuti
Seguire un protocollo, per così dire, “certificato” dall’esperienza sul campo sicuramente aiuta ad ottenere i risultati sperati, ai fini del posizionamento del tuo sito su Google. Tuttavia occorre ricordare che non esiste la ricetta definitiva per avere successo, in primis perché il tuo sito compete con altri concorrenti, sui quali non hai il controllo della situazione. Ricordiamoci inoltre che anche su Google non abbiamo il controllo. È vero che si tratta del nostro lavoro e ovviamente siamo aggiornati su tutto quanto avviene nel mondo delle novità dei motori di ricerca e della pubblicità online. A tale proposito, vi invitiamo ad ascoltare, anche solo per curiosità, il nostro podcast dedicato al mondo della SEO e del Pay Per Click, “Roba da Nerd”, che è disponibile su tutte le piattaforme di podcast in giro. Lì, discutiamo settimanalmente tutto quanto accade nel mondo del search engine marketing.
Il fatto di non avere controllo su quanto fa Google, non significa che ce ne laviamo le mani per far sì che possiamo scaricarci la responsabilità nei confronti dei nostri clienti. Significa essere consapevoli che certi risultati non arrivano in una settimana ed è soprattutto per questa ragione che i nostri pacchetti di posizionamento SEO si prolungano per un periodo minimo di 12 mesi, con il consiglio di considerare l’investimento in visibilità online sul medio periodo (2-3 anni).
Per qualsiasi info contattateci e saremo lieti di sederci a tavolino e parlare insieme.
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