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Google Ads È il trampolino di lancio del Tuo Business.

Foto di Brian Matangelo su Unsplash

Perché la Tua Azienda non può fare a meno della pubblicità online su Google Ads (e se pensi il contrario, te ne pentirai!)

Tempo di lettura stimato: 45 minuti

Tra noialtri addetti ai lavori, gira da tempo un modo di dire, che però è una grande verità, basata sull’esperienza sul campo: se il Tuo Business non funziona su Google Ads, allora sei destinato a fallire, oppure hai un problema di Pricing, cioè che hai sbagliato a settare i prezzi dei tuoi prodotti o servizi. Ora domandati il perché. Se non hai la risposta pronta, questa è la pagina dove troverai tutte le risposte ai tuoi dubbi che riguardano Google Ads.

Indice

Partiamo dalla base. Che cos’è Google?

Se la pubblicità online Google Ads è diventato il primo luogo per le inserzioni pubblicitarie al mondo, ti sei mai domandato il perché? La risposta è semplice e disarmante: perché funziona! Se Google, o meglio la società che controlla Google, cioè Alphabet, è divenuta la prima società al mondo per capitalizzazione in Borsa un motivo ci sarà. Ti sei chiesto perché?

Google è una compagnia tecnologica multinazionale, specializzata in prodotti e servizi legati a Internet. Il Business di Google spazia dalla commercializzazione di apparecchi, come smartphones, al cloud computing, software e hardware. L’azienda fu fondata nel 1996 da Sergey Brin e Larry Page, che erano allora due studenti alla Stanford University della California.
L’origine di Google è la Storia dell’origine di un’idea. Quell’idea è la Vision di Page, che potesse esistere un motore di ricerca basato sul Ranking dei Links. Con l’aiuto di Brin, questa idea si trasformò nel brevetto del PageRank, l’algoritmo su cui si fonda la ricerca di Google.

Oggi Google fa profitti soprattutto con Google Ads, che rappresenta l’80% dei ricavi del colosso di Mountain View (fonte CNBC). Nel 2020 Google Ads ha generato 147 miliardi di dollari (pari a circa 131 miliardi di euro) di ricavi. In un anno! Considerate che una legge finanziaria degli ultimi anni dell’Italia è pari a circa 15-20 miliardi di euro (in un anno normale, prima della pandemia) e capite in che ordini di cifre siamo.

Che cos’è Google Ads

Google Ads è cambiato molto negli ultimi anni. Nel 2016 ci fu l’enorme cambiamento dello spazio degli annunci che fu completamente ridisegnato, ampliato e rivisto. Anche la visualizzazione degli annunci nelle pagine della ricerca è cambiata molto e non stiamo ad elencare tutti i cambiamenti. Magari potrebbe essere l’idea per un bell’articolo sulla storia di Google Ads, da scrivere appositamente per il blog.
Noi di Pistakkio® lavoriamo con Google Ads dal 2015 e ci siamo appassionati allo strumento, perché i risultati sono inequivocabili. Lo strumento è talmente valido che ci sentiamo di dire senza ombra di dubbio, che se il tuo business non funziona su Google Ads, vuol dire che è il tuo business ad avere un problema. Noi addirittura usiamo Google Ads per testare in A/B test la validità di un’idea, di un business, poi vi spiegheremo come si fa.

La potenza dello strumento è talmente elevata che se vi affidate a Google Ads potete essere sicuri di avere un venditore automatico che lavora per voi h24, anche di notte (se lo volete) e il giorno di Natale e Pasqua (sempre se lo volete, dipende dal vostro business e da chi acquista da voi).

L’importanza dello studio del tuo settore

Volete un esempio? OK, eccolo. Alcuni studi, ovviamente di origine statunitense, hanno accertato, dati alla mano che chi vende articoli per il trekking e l’escursionismo, fa più vendite il giovedì sera. Perché? Perché al weekend si fanno le “uscite” e al venerdì si va a letto presto per essere pronti ad alzarsi al mattino presto. Questo è solo un esempio. Ma se noi dovessimo impostare una campagna per un nostro Cliente che vende articoli per gli escursionisti, impiegheremmo come minimo la metà del budget sul giovedì, dal tardo pomeriggio alla mezzanotte, per poi lasciare tutto l’altro 50% del budget, “spalmato” sugli altri giorni, dal lunedì al mercoledì e lasciare libero il weekend.

Le aste “intelligenti” di Google Ads

Oggi poi ci sono le campagne intelligenti con le offerte intelligenti, Google lo chiama lo Smart Bidding. “To bid” in inglese vuol dire: “fare un’offerta all’asta”, “rilanciare all’asta”. Capirete che anche in italiano ormai si parla di “biddare” e “biddata”. Vi ricordate in “Ricomincio da tre”, Massimo Troisi che spiegava perché Ugo era meglio di Massimiliano? Ecco, tante volte l’inglese è più immediato e non è solo una moda. Ma torniamo alle aste di Google. Sì, perché Google Ads funziona come un’asta, ma è un’asta “strana”, dove non vince sempre e solo chi paga di più, ma dove al contrario Google premia anche la Qualità degli annunci, in base a un algoritmo un po’ complesso che funziona in tempo reale e che vi spieghiamo successivamente.

Oggi gli annunci pubblicitari di Google Ads si sono talmente evoluti che Google, ormai da un po’ di tempo, ha deciso quasi di mascherarli, di nasconderli, di occultarli subdolamente. Lo scopo è far sì che l’Utente non si accorga che sta cliccando su un annuncio pubblicitario. Infatti, secondo dati recenti, pare che circa il 60% delle persone che cliccano su un annuncio di Google Ads, non si renda conto che sta cliccando su un annuncio pubblicitario. Questo rappresenta da un lato un vantaggio, per noi addetti ai lavori, e dall’altro uno svantaggio. Vediamo perché.

Da un lato, se gli Utenti del motore di ricerca non si rendono conto che stanno cliccando su un annuncio pubblicitario, questo ci consente di usare un linguaggio più naturale, meno in stile Hype, quindi meno “strillato” in ottica di vendita e di marketing. E sappiamo che a Google il linguaggio naturale piace.
Dall’altro lato lo svantaggio può essere che capiterà sicuramente qualche clic in più, fatto anche inavvertitamente. Ogni clic a vuoto ci farà spendere dei soldi, come inserzionisti paganti. Comunque queste sono in parte anche sottigliezze, che magari in questo stadio della partita possono interessare meno. Ne riparliamo più tardi, delle sottigliezze e delle strategie di fino. Torniamo alle basi.

Che cos’è il Pay Per Click?

Pay Per Click o anche PPC sta per “Paghi per ogni Click”. Ora vanno di moda e sono diventate molto andanti queste espressioni. Forse la più usata è in campo televisivo, il Pay Per View: compri un film su Netflix, Tim Vision o quello che volete, paghi e ti guardi la partita di calcio o il film. Anche nei ristoranti avete sicuramente sentito parlare della formula All You Can Eat. E anche in ambito informatico o di software ci sono molti SEO Tools che anche noi usiamo come Pay As A Service, o PAAS (Paga Come Un Servizio), detti anche Pay As You Go (Paga in base a quanto lo usi, letteralmente “Paga come Vai”).

In pratica quando clicchi su un annuncio di Google Ads, che tu sia o meno consapevole che si tratta di un annuncio pubblicitario, c’è qualcuno che sta pagando Google per quel clic. Attenzione, i soldi vanno dall’inserzionista a Google, non a chi gestisce le campagne. Tant’è vero che le campagne di Google vengono fatturate all’inserzionista direttamente da Google Irlanda, la filiale europea che gestisce la faccenda da noi in Italia.

Tu come Business selezioni dove vuoi che compaiano i messaggi pubblicitari, quindi scegli il tipo di campagna. Il tipo di campagna è già prestabilito con dei format prestabiliti, ovviamente personalizzabili col testo relativo alla Tua Azienda. Al momento i tipi di campagne impostabili sono questi:

  • Campagne di ricerca: gli annunci pubblicitari compaiono in cima alle pagine di ricerca su Google. Possono anche comparire sui siti partner, se vengono selezionate le apposite opzioni in sede di creazione della campagna.
  • Campagne display: sono campagne che compaiono sui siti della rete display di Google.
  • Shopping: sono annunci personalizzati per i prodotti degli e-commerce. Anche questi annunci compaiono in cima nelle pagine di ricerca, ovviamente dipende da che tipo di ricerca avete fatto, ma se cercate un prodotto, Google capisce che lo volete comprare e vi mostra in automatico gli annunci di Google Shopping. Gli Shopping Ads possono anche includere immagini, descrizioni e i prezzi.
  • App: sono annunci per le applicazioni di Google Play Store o per YouTube App.
  • Video: Ads che compaiono su YouTube o su altri siti partner.

Il nostro compito di addetti ai lavori, redattori e gestori di campagne su Google Ads per i nostri clienti comprendono i seguenti compiti:

  • Fare una ricerca delle parole chiave per trovare opportunità di profittabilità e crescita per i nostri inserzionisti
  • Scrivere i testi degli annunci in modo accattivante e improntato a una strategia di vendita
  • Settare le campagne allo stato dell’arte
  • Gestire le strategie di rilancio delle aste (strategie di bidding)
  • Rivedere e analizzare i resoconti e i report, per trovare nuove opportunità
  • Monitorare l’efficacia delle campagne
  • Modificare le campagne per migliorarne le prestazioni e i risultati

Come funziona Google Ads?

Vediamo come funzionano le aste di Google Ads per gli inserzionisti (voi, titolari di piccole e medie imprese) e per gli Utenti/Acquirenti che cliccano sull’annuncio.

  1. Gli inserzionisti creano gli annunci, targetizzando uno specifico gruppo di persone. Tipicamente, ed è il sistema che preferiamo anche noi, gli Ads (da ora in avanti per dire “gli annunci”) vengono mostrati nelle ricerche di Google, nella pagina della SERP, le pagine dei risultati di ricerca. Questo presuppone la selezione di termini di ricerca, comunemente detti parole chiave (o keywords, in inglese), per i quali vogliamo che gli annunci compaiano.
  2. Google mostra questi annunci agli Utenti rilevanti. Torna di nuovo il concetto di Rilevanza (Relevancy). Google addebita agli inserzionisti il costo dei clic, basandosi sui settaggi che sono stati configurati negli annunci. Questo avviene solo in caso di click e non in caso di visualizzazione, per cui si parla invece di “impressioni”. Quindi le impressioni sono le volte che Google fa comparire il tuo annuncio, mentre il click è conteggiato separatamente. Introduciamo il concetto di CTR, in inglese Click Through Rate, che è il rapporto tra le impressioni e i click. Ormai anche in italiano si usa tranquillamente la sigla CTR. Avere un rapporto del 4% di CTR significa che l’annuncio è stato cliccato 4 volte su 100 volte che è comparso nel web a tutte le persone che hanno ricercato quelle parole chiave che abbiamo targetizzato negli annunci.
  3. Quando un Utente/Cliente clicca su un annuncio, viene trasferito alla pagina del suo sito che l’inserzionista ha preparato appositamente. Questa pagina deve essere una pagina improntata alla vendita e non una pagina qualunque del sito. L’Utente deve essere trasferito su queste pagine, che si chiamano Landing Pages, o pagine di atterraggio. È la URL di arrivo di tutta la campagna. La Landing Page, conta per il Punteggio di Qualità della Campagna, che è un parametro importante stabilito da Google. La Landing Page conta per il 30% nel calcolo del Punteggio di Qualità della Campagna.

Se tutto va bene, come ci siamo prefissati in fase di pianificazione della campagna pubblicitaria, un certo numero di visitatori “atterrerà” sulla nostra pagina e una percentuale di quelli che atterranno sulla pagina, completerà l’acquisto finale. Si parla in questo caso di Conversione, altro concetto fondamentale delle campagne di Google Ads, e non solo. L’Utente ha convertito, cioè ha acquistato. Lo scopo delle campagne di Google Ads è che il valore delle vendite effettuate superi la spesa della campagna. Qui entra in gioco la marginalità che hai tu come imprenditore su quello che vendi, per cui una delle prime domande che ti faremo noi di Pistakkio®, quando ci vedremo è: “Quanto guadagni tu da ogni vendita effettuata?”. Purtroppo capita ancora relativamente di frequente che alcuni imprenditori non sanno quale sia la loro marginalità sulle vendite. Cosa che va subito chiarita col tuo commercialista o persona di fiducia che ti cura i conti.

Come funzionano le aste di Google Ads

Vediamo adesso come funzionano le aste di Google. Abbiamo detto in precedenza che le aste di Google sono speciali, perché non vince sempre solo colui che paga più degli altri. Perché? Forse Google è un ente di beneficenza? No di certo, ma vi spieghiamo il perché di questa scelta fondamentale, che non solo ha un senso, ma tende a “fidelizzare” tutte quante le parti in causa: Clienti/Inserzionisti, Acquirenti e anche noi addetti ai lavori.

Ormai, se avete iniziato a scartabellare le pagine di questo sito, avete notato come alcuni concetti chiave della SEO e del Pay Per Click li riportiamo sempre in grassetto e con la lettera maiuscola. Questo serve a dare l’importanza necessaria a capire come funziona il mondo del marketing digitale, anche per chi, come te, che non sei addetto ai lavori, potresti pensare che siamo tutti quanti dei Dottor Azzeccagarbugli. Vi ricordate il Dottor Azzeccagarbugli nei Promessi Sposi? Quello che per non far capire nulla a Renzo Tramaglino, gli cominciava a parlare in latino, per incasinare le cose e poter fare come gli pareva.

Ecco, non solo noi di Pistakkio® non vogliamo parlare complicato, anche se i temi talvolta sono ostici, ma oltretutto vogliamo venire incontro ai nostru Utenti/Clienti, perché per noi è importante che anche voi capiate come funzionano le cose. Ecco che allora abbiamo parlato piuttosto spesso di Autorità, Autorevolezza, Rilevanza, Qualità. Tutti concetti che Google valorizza, perché il suo scopo è che le persone restino sulla piattaforma Google.

Pensaci per un attimo, perché poi fa parte delle più normalissime strategie di marketing e anche di vendita. Sono tutti concetti che devono o dovrebbero essere nella nostra mente di imprenditori che combattono tutti i giorni per restare a galla e per sopravvivere (soprattutto in tempi di o dopo la pandemia!). Anche tu come imprenditore ricerchi la Qualità Totale, in pieno stile Kaizen di Toyota (un concetto sul quale ritorneremo nel blog). Se doni Qualità al tuo Cliente e sei Autorevole, riesci a consigliarlo bene, il Cliente è contento e torna da te. Semplice, no? Adesso, fatte le debite proporzioni, cioè in scala ingrandita, anche Google vuole che tu usi i suoi strumenti, che torni su Google tutti i giorni, che usi il suo motore di ricerca e vai a vedere i video su YouTube (che è di proprietà di Google).

Google Ads è uno strumento estremamente democratico

Torniamo quindi alle aste di Google Ads per gli annunci. Google ha stabilito che non deve vincere sempre il più forte (che in questo caso sarebbe quello che può spendere più degli altri, come nelle aste delle opere d’arte). Se fosse così, infatti, vincerebbero sempre le stesse persone e la legge la farebbe sempre il più forte (quello che paga di più e può spendere più degli altri). In questo senso invece Google è uno strumento sì di (grande) profitto per l’azienda Alphabet, ma è anche estremamente democratico.
Google ha quindi elaborato un mix tra il potere di investimento/spesa all’interno delle aste e il concetto di Qualità, affinché gli Utenti (che poi sono coloro che cliccano sugli annunci) tornino e vengano fidelizzati dalla piattaforma. Chiaro?

L’importanza della Qualità per la Tua Azienda e perché è meglio rivolgersi a noi, Agenzie SEO e SEO Expert di Qualità

Questo concetto è fondamentale per capire tutto quanto il funzionamento e speriamo con questo di avervi dato gli strumenti adatti a comprendere bene che su Google Ads, quindi, vince la Qualità degli annunci e la Qualità delle Landing Pages. Ciò riguarda anche il nostro lavoro, perché il raggiungimento della Qualità degli Ads fa sì che gli inserzionisti, cioè voi, spendiate di meno, e si innalzi la Qualità generale della piattaforma, che è ciò che vuole Google. È per questa ragione che Google ha interesse che la spazzatura, il cosiddetto spam, sia bannato, cioè cancellato. Ed è anche per questo che per voi imprenditori, rivolgersi a noi, addetti ai lavori, agenzie SEO di Qualità (vedete che torna il concetto di Qualità?) è importante, perché rivolgendosi a chi è in grado di fare Qualità come noi, gli annunci alla fine costano di meno anche per voi. E tutti insieme miglioriamo la piattaforma.

Come funziona il sistema del Pay Per Click di Google Ads

Google Ads ha inventato il modello del Pay Per Click, poi copiato da altri. Esso costituisce la base delle inserzioni e determina quali annunci vengono mostrati agli Utenti, quando i vari inserzionisti competono tra di loro per raggiungerli. Gli annunci Pay Per Click si basano su un sistema in tempo reale per stabilire quali annunci vengono mostrati.
Quando un Utente/Cliente entra nella pagina del motore di ricerca di Google, Google avvia l’asta per posizionare gli annunci. Le metriche che Google usa per stabilire quali siano gli annunci da mostrare prendono il nome di AdRank, il cui nome (ma solo il nome!) riprende quello dell’altro algoritmo che abbiamo già visto nella sezione dedicata alla SEO Off Page, il PageRank.

I fattori di AdRank sono:

  • Offerta d’asta (Bidding): è l’ammontare che sei disposto a pagare, tu come imprenditore/inserzionista, per il click di un Cliente. Le offerte più alte portano ad un posizionamento migliore (la legge del più forte, che è e come funzionano le aste di opere d’arte!).
  • Contesto della ricerca: Google valuta il luogo della ricerca, sia come apparecchio (mobile/desktop), che come posizionamento geotaggato (Google ci geolocalizza sia tramite mobile che tramite computer con l’IP, anche se non siamo loggati, cosa che non molti sanno!). Andando avanti, Google considera l’orario della ricerca, il device e altri fattori, come ad es. se la ricerca è stata fatta con l’assistente vocale o digitando sulla tastiera.
  • Estensioni degli annunci: sono estensioni importanti che aggiungono Valore agli Ads. Google va a stimare l’impatto che essi avranno sulle prestazioni dei tuoi annunci.
  • Punteggio di Qualità (detto anche QS, Quality Score): una metrica che Google sfrutta per valutare la Qualità dei tuoi annunci (per il 70% contano le parole chiave e il copy degli annunci e per il 30% la Landing Page dove fai atterrare i tuoi potenziali Clienti). Il QS, Quality Score o Punteggio di Qualità usa una scala prestazionale che va da 1 a 10, dove 10 è il top. Per nostra esperienza, già ottenere un QS di 8 vuol dire aver lavorato molto bene. E non sempre ci si riesce, dipende anche da quanto voi ci seguite e ci date retta, quando vi consigliamo! Ma su questo ci torneremo, perché questo aspetto riguarderà il capitolo che abbiamo dedicato alla questione del Fare SEO nel mondo imprenditoriale di oggi in Toscana.

Perché il Punteggio di Qualità ha un’importanza centrale

Abbiamo introdotto l’argomento del QS, Quality Score o Punteggio di Qualità. E abbiamo già capito che ha un’importanza centrale. Iniziamo col dare una buona notizia per tutti. Il QS è visibile a chi gestisce per te le campagne e nella reportistica al Cliente/Inserzionista (tu come imprenditore/appaltatore a noi Esperti SEO). Ciò significa che il QS è un bollino di Qualità che puoi comprendere benissimo anche tu, perché è un brevetto di Google e già ti fa capire se hai a che vedere con un’agenzia SEO di Qualità. Il concetto alla base è quello della Trasparenza e funziona un po’ come la scala delle classi degli elettrodomestici o quella degli pneumatici. Insomma, è un parametro che puoi verificare anche tu con il professionista SEO, Pay Per Click che ti segue. È un parametro difficile per come viene estratto da Google, ma facile da comprendere e verificare. Se sei già seguito da un’agenzia SEO e sei scontento dei risultati ottenuti, chiedi di verificare questo dato. È tuo pieno diritto averlo dichiarato nella reportistica o comunque visionarlo nelle schermate a cui tu dovresti avere già accesso (se non ce l’hai, cambia agenzia, perché devi averlo!). Come vedi, ti stiamo dando delle dritte di Valore e di Qualità, oltretutto gratis, perché non solo non ci spaventiamo a dire le cose come stanno, sia ai nostri Clienti che a tutti coloro che visitano il nostro sito. Ma anzi, siamo contenti che possiate verificare insieme a noi i risultati ottenuti.
Sono tre i fattori coi quali Google calcola il Punteggio di Qualità. Ah, ricordiamo che il Punteggio di Qualità vale al livello delle campagne e dei gruppi di annunci, ma magari su questo ci torneremo su.

Il Tasso di Click previsto (Click Through Rate – CTR previsto)

Google va a stimare il tasso di click che si prevede possa ottenere l’annuncio, basandosi sulle performance storiche delle tue parole chiave che hai scelto. Il CTR, come abbiamo visto, è la percentuale delle persone che clicca sui tuoi annunci, dopo averli visualizzati (Impressions o Impressioni). Google assegna ai tuoi annunci un rating (sì, è lo stesso nome di quello dei titoli azionari o obbligazionari!). Questo rating Google lo assegna in base alle medie che sa che quelle parole chiave possono ottenere. Questo ratingimpatta in maniera decisiva sul tuo Punteggio di Qualità. Per questa ragione la scelta e selezione delle parole chiave è importantissima in sede di pianificazione delle campagne di Google Ads.

La Rilevanza degli annunci

La Rilevanza degli annunci misura quanto essi siano conformi alle ricerche degli Utenti. Essa si basa sull’interrelazione tra le tue parole chiave selezionate, gli annunci e la Landing Page, la pagina sulla quale atterra il potenziale Cliente. Ovviamente una maggiore Rilevanza fa salire il Punteggio di Qualità verso il top.

L’esperienza di uso della Landing Page, pagina di atterraggio

Altro punto centrale, che spesso non è capito. L’importanza di far vedere al potenziale Cliente una pagina sul tuo sito che abbia un’esperienza d’uso valida. Nel frattempo abbiamo anche imparato che le pagine dove inviamo gli Utenti nelle campagne di Google Ads, prendono anche un nome particolare. Si chiamano pagine di atterraggio, calco linguistico che proviene da Landing Page. Sì, con una bella metafora si parla di atterraggio dopo un volo, che è l’esperienza d’uso che fa l’Utente durante la visualizzazione delle campagne di Google Ads.
La tua pagina di atterraggio viene monitorata e misurata da Google. Non solo nel linguaggio usato e nelle parole, ma anche nelle immagini, dove si può cliccare. Google misura anche quanto scorri in basso nella visualizzazione della pagina, il tempo che trascorri leggendo. Google vede anche se torni in su e poi in giù e vede anche i movimenti del mouse, come si sposta l’Utente all’interno della pagina di atterraggio. Lo sappiamo che questo potrebbe sembrare inquietante, ma è così ed è anche giusto. Tutti i dati sono infatti anonimizzati, nel senso che Google non sa che sta guardando la pagina Giuseppe Esposito di Napoli o Mario Bianchi di Ferrara. Quello che interessa a Google è vedere l’esperienza d’uso, perché anche in base allo scorrimento della pagina e ai movimenti del mouse, Google capisce se una persona è nervosa o è calma davanti allo schermo.

I tipi di aste su Google Ads

Sono tre le modalità di offerta all’asta (Bidding) che Google Ads mette a disposizione degli inserzionisti.

  • Cost Per Click (CPC, in italiano resta invariato): la tua offerta stabilisce il massimo prezzo che sei disposto a pagare quando un Utente clicca sul tuo Ad.
  • Cost Per Engagement (CPE, in italiano Costo per Coinvolgimento, qualcuno lo chiama anche Costo per Ingaggio): la tua offerta stabilisce quanto sei disposto a pagare quando qualcuno fa un’azione specifica sul tuo annuncio (tipicamente si considera l’interazione sull’ultimo click).
  • Cost Per Mille (CPM, in italiano è invariato): il prezzo massimo che sei disposto a pagare per 1000 visualizzazioni (impressioni).

Le offerte per le aste (Bidding) possono essere configurate in due modi:

Offerte per le aste manuali (Bidding manuale)

L’offerta manuale è l’importo massimo dell’asta su una determinata parola chiave e gruppo di annunci. Con questa opzione c’è più controllo granulare sulle tue aste e meno dispersione di budget sugli annunci a basse prestazioni o sulle parole chiave che non convertono. Questa è l’opzione che utilizziamo praticamente sempre noi di Pistakkio®, per tutte le nostre campagne. C’è da lavorare di più, ma c’è anche un controllo maggiore e una dispersione quasi nulla del budget.

Offerte per le aste automatizzate (Bidding automatizzato)

Con le offerte automatizzate o automatiche Google imposta autonomamente le sue offerte su base d’asta. Google prende in considerazione anche quanto stanno facendo i tuoi competitors in quel dato momento (ricordiamo che Google Ads funziona in tempo reale!!!).

I differenti tipi di strategia sulle offerte automatizzate di Google Ads

Sono parecchie le modalità strategiche per il bidding in automatico. Vediamole insieme:

  • Massimizza le conversioni: Google imposta l’asta in modo tale da ricevere il maggior numero di conversioni, in base al tuo budget.
  • Massimizza i click: Google imposta l’asta in modo tale da ricevere il maggior numero di click col tuo budget.
  • Targetizza il Costo per Acquisizione (CPA): tu imposti l’obiettivo di CPA (viene dall’ inglese e sta per: Cost Per Acquisition) e Google imposta l’asta per massimizzare le conversioni, rimanendo nell’ambito del tuo CPA target.
  • Targetizza la condivisione delle visualizzazioni/impressioni: Google imposta l’asta per ottenere un numero di annunci, visualizzati nella posizione che specifichi. Di solito lo fa, impostando la parte in cima alla pagina.
  • Targetizza il ROAS (ROAS, Return on ad Spend, Ritorno sulla spesa in Ads): tu imposti un obiettivo di ROAS e Google imposta l’asta per massimizzare le conversioni, mentre si preoccupa nel contempo di stare dentro il tuo ROAS che hai impostato come massimo.
  • Massimizza il Valore della Conversione: Google imposta l’asta in modo tale da ricevere il maggior Valore di Conversione possibile con il tuo budget.

Facile, no? Siete ancora sicuri di voler cedere alle lusinghe del “fai da te”?

La famosa storia della “telefonatina” di Google Ads

Vi ricordate una vecchia pubblicità dell’ACI, Automobile Club d’Italia? Bellissima e super efficace. Recitava pressappoco così. Telefonata dell’automobilista in panne al numero del Soccorso Stradale ACI.

Automobilista in panne: “Pronto, ACI?”
Addetto ACI che risponde: “ACI, Pronto!”

Semplicemente geniale! Pare che quella campagna ebbe un successo stratosferico, ma questa è tutta un’altra storia, perché l’ACI puntò sul far fare la tessera ACI, con l’incentivo del Soccorso Stradale. Storia del marketing da cui imparare! Sia per noi che per te!

Torniamo a bomba. Parentesi: dopo un mesetto che vi sarete iscritti per la prima volta a Google Ads, oltre al “famoso” e sempre ben apprezzato voucher da 75€, riceverete una telefonatina da Google, che vi chiama dai suoi uffici in Irlanda. Di solito, a meno che non siate partiti davvero “a bomba”, spendendo migliaia di euro al mese, sarete contattati da giovani ragazzi precari, che appunto lavorano per Google da Dublino. Questi ragazzi, debitamente istruiti con direttive ad hoc, oltre a sollecitarvi a continuare a spendere o a iniziare a farlo, si premureranno di venire incontro a tutti i vs. dubbi ed esigenze. Per carità, sono gentilissimi (ci mancherebbe! È pur sempre Google!). Questi ragazzi si preoccuperanno anche di farvi da consulenti “personalizzati”, ad hoc, solo per voi, in esclusiva e tanti altri slogan accattivanti (che diamine, Google fa pur sempre marketing!).
Siete ancora convinti che quando riceverete queste consulenze speciali, vorrete ancora imbarcarvi in una cosa che, perdonateci, non è il vostro lavoro? E pensate davvero che quei ragazzi ragioneranno con le vostre tasche o con le tasche di Google?
Ecco, pensateci, prima di fare il “fai da te” con la consulenza di Google. Siete imprenditori o siete allocchi che credono alle allodole? Padronissimi di farlo, sia chiaro, eh! Noi ci mettiamo la faccia, al contrario, e se non vi portiamo risultati, ci massacrate con le recensioni!

La struttura gerarchica dell’account di Google Ads

Google Ads segue una semplice e anche chiara struttura gerarchica, che rende facile gestire il vostro account. Nell’ordine abbiamo:

Impostazione delle Campagne

È il settaggio principe dell’account. Se hai un negozio di abbigliamento potresti voler fare svariate campagne, ad es. per un genere o modello di scarpa, ma per le magliette o le polo, devi impostare tre campagne diverse, sennò viene fuori un casino. Uno dei problemi più grossi che riscontriamo quando mettiamo le mani su account già avviati e che non funzionano (per questo ci chiamate! Per risistemare l’account!) è che di solito ci sono problemi al livello di creazione e separazione delle campagne. Insomma, come recitano tutte le regole di marketing: mettere tutto nel calderone e non fare segmentazione è il primo errore commesso dai campioni del “fai da te”.
Gerarchicamente, subordinate alle Campagne troviamo: Gruppi di annunci, Annunci, Landing Pages, Audiences e parole chiave. Sembra più difficile di quello che è, ma bisogna avere le idee chiare, perché le schermate sono complicate e se non sei avvezzo, è facile fare confusione.

Il settaggio del Budget

Il budget della campagna consente di stabilire quanto vuoi spendere al giorno, mentre la campagna resta attiva. Google farà di tutto per farti ottenere il maggior numero di click e non supererà questo limite giornaliero.

Targetizzazione degli apparecchi/device

Si possono impostare le campagne anche selezionando gli apparecchi. Non solo mobile e computer desktop, ma anche tablet e Smart TV (ad es. con le campagne display per YouTube).

Impostazione delle locations/località

Questo settaggio consente di scegliere la località fisica di dove volete che compaiano i vostri annunci. Si possono sia includere che escludere città, province (anche italiane, a dispetto del fatto che dovevano essere abolite! Mentre ad es. su Facebook le province non ci sono!) e anche le regioni. Non stiamo qua a darvi le nostre strategie che adottiamo, perché ogni campagna va vista a sé e in base al nostro Cliente.
Ad es. un nostro Cliente che vende carne Chianina targetizza volentieri il Nord Italia. Un allevatore di cani preferisce concentrarsi sul Centro Italia. Insomma ogni campagna va vista a sé. Bisogna parlarne, discuterne, in base a quali sono i tuoi obbiettivi. Una soluzione la si trova sempre e poi vale sempre la prima regola del marketing:

Pianificare -> Realizzare -> Testare -> Analizzare
… e ripartire daccapo!

Quali sono i vari tipi di campagne di Google Ads? Vediamoli uno per uno

Vediamo ora i vari tipi di campagne.

Campagne di ricerca

Sono quelle classiche che compaiono nelle pagine SERP del motore di ricerca di Google. Vengono mostrate al di sopra dei risultati organici. Sono molto efficaci, perché la loro visibilità è massima. Come abbiamo all’inizio di questa pagina, si mascherano molto bene con i risultati organici. Questo è quello che desidera Google e questo piace anche a noi addetti ai lavori, a patto di non usare un linguaggio troppo pressante (in gergo si chiama “Hype”). Quello che piace a Google è il linguaggio naturale. Ed è la stessa cosa che piace anche a noi di Pistakkio®.
Sono sicuramente la nostra opzione preferita, per tutti i nostri clienti che non abbiano un e-commerce attivo.

Campagne cosiddette display sui siti partners

Appaiono su tutta la rete dei siti partner di Google, chiamata la Google Display Network. È una rete di siti assai variegata, capace di dare opportunità a chi si affida ad essa. Alla base del concetto c’è una strategia win win: i proprietari e gestori dei siti vengono pagati per ogni click che parte dal loro sito, gli inserzionisti hanno nuove possibilità di raggiungere Utenti targetizzati. Gli ads sulla rete display sono un mix tra testi e immagini. Molto utilizzati anche dalle campagne di remarketing/retargeting. Sono quelle classiche campagne che ti “inseguono” dopo che hai visitato un sito che è iscritto alla rete display. Secondo noi le campagne display si addicono poco ai piccoli e medi imprenditori della nostra Regione Toscana. Dovessimo impostarle, lo faremmo solo su marchi grossi o medio-grossi. Magari su questo argomento ci torneremo su.

Campagne Google Shopping

Google sta puntando molto su Google Shopping e di recente ha reso gratuite le campagne per tutti. Lo scopo è quello di diffonderle e di farne comprendere la potenzialità, per poi fare, come ha fatto spesso, se non sempre, la classica “chiusura del rubinetto” e iniziare a far pagare il giocattolino, che a quel punto sarà diventato indispensabile per molti. È il suo modello di business, non dimentichiamocelo.
Le campagne Shopping compaiono in cima alle pagine della ricerca nelle ricerche transazionali oppure sulla barra laterale. Vengono mostrate anche a richiesta, quando si clicca su Shopping, in cima alla barra di ricerca di Google.

Il vantaggio delle campagne Shopping è che tu come inserzionista non devi progettare gli annunci, ma ci pensa Google a gestire in automatico le voci del tuo e-commerce.
Per far ciò è necessario iscriversi al Google Merchant Center, che è la piattaforma per gestire le inserzioni dei prodotti. Tu devi caricare i tuoi prodotti nel Merchant Center e lo puoi fare con un foglio di calcolo, un file XML o tramite API. Dopodiché linki il tuo account Merchant Center al tuo account di Google Ads per creare la tua campagna Shopping.

Le campagne Shopping usano i gruppi di prodotto e i prodotti, al posto dei gruppi di annunci e gli annunci. Di base, una campagna Shopping include tutti i prodotti del tuo feed.

Campagne Video Ads

Gli Ads sui video vengono mostrati all’inizio dei video di YouTube. Anche YouTube si basa sul suo motore di ricerca, che però è separato da quello di Google. Pertanto anche in questo caso sarai tu a targetizzare la tua utenza, in base alle parole chiave di tua pertinenza e interesse.

Campagne sulle App

Le campagne App si usano per pubblicizzare le App mobili nella rete di ricerca di Google, nella rete display, su YouTube e su Google Play. A meno che tu non abbia una App da pubblicizzare, non ti servirà sapere altro.

Come funzionano i Gruppi di annunci su Google Ads

I Gruppi di annunci su Google Ads sono di fondamentale importanza. Di primo acchito uno potrebbe pensare che rappresentino una ridondanza, ma al contrario rappresentano una chiave di volta nel successo delle campagne. Grazie ad essi è infatti possibile targetizzare con le stesse parole chiave annunci diversi e, quindi, testare diverse formule testuali di vendita.
Durante la fase di configurazione di un Gruppo di annunci, dovrai aggiungere almeno un annuncio e almeno una parola chiave, ma ovviamente è meglio inserire più annunci e farli “ruotare” in automatico (lo fa Google in automatico). Anche con le parole chiave è bene essere generosi, anche se non troppo. Noi consigliamo di partire con una dozzina di parole chiave ed eventualmente affinare in seguito, cancellando quelle che performano di meno e sostituendo queste con altre nuove, da ritestare a loro volta.
Poiché non è possibile controllare la rotazione dei singoli annunci (come detto, la fa Google in autonomia), noi raccomandiamo di mantenere i Gruppi di annunci piccoli. Qualora necessario sarà sempre possibile creare nuovi Gruppi di annunci con nuove parole chiave targetizzate.

Come si creano gli annunci di Google Ads

Gli annunci sono il contenuto che viene mostrato agli Utenti/visitatori/estensori della ricerca. Parlando Annunci sulla rete di ricerca espansi, che è il formato più comune e anche quello che utilizziamo più di tutti, consideriamo un Titolo, una Descrizione, una URL Finale e una URL visualizzata.

  • Il Titolo è composto da tre sezioni, di cui la terza è facoltativa, ciascuna con un limite di 30 caratteri.
  • La Descrizione è suddivisa in due sezioni, di cui la seconda è facoltativa, ciascuna con 90 caratteri di spazio disponibile.
  • La URL finale è il link su cui vengono indirizzate le persone che cliccano sull’annuncio. Poiché talvolta, se non spesso, queste URL hanno dei nomi astrusi (di solito per fini di tracciamento), allora è stato creato il campo successivo, quello della URL visualizzata.
  • La URL visualizzata permette appunto di far vedere una URL dal nome diverso, che potrà anche avere un intento di marketing, leggasi apparire più accattivante. L’unica condizione è che il dominio deve corrispondere a quello vero finale, ma la parte successiva ha una redazione libera.

Con gli annunci adattabili o responsive si possono creare titoli e descrizioni che poi Google, dinamicamente, sceglierà da visualizzare per dare all’Utente finale la migliore combinazione. Google ha recentemente annunciato (31 agosto 2021) che nel giugno 2022 chiuderà alla possibilità di creare nuovi annunci espansi, praticamente facendo confluire tutta l’attività sugli annunci adattabili o responsive. Ne abbiamo parlato di recente nell’undicesima puntata del nostro podcast “Roba da Nerd”.
Anche se ci interessano di meno (come detto in precedenza gli annunci sulla rete display si addicono poco alle piccole e medie imprese), questi annunci hanno un mix tra testo e immagini.
Gli Ads Shopping comprendono prezzo, descrizione, immagini e altri attributi che in questa sede non è importante menzionare, tipo taglie e misure.

I vari tipi di targetizzazione delle keywords

Le parole chiave o Keywords sono un argomento centrale, sia nella SEO che anche per quanto attiene a Google Ads. Sono, secondo noi, la chiave del successo di marketing digitale, ma è importante non fare confusione e trattare le parole chiave usate in forma organica e quelle in formato Ads in modo diverso.
Per di più, la faccenda si complica, perché come abbiamo già accennato ampiamente nella sezione dedicata alla SEO Off Page, dobbiamo considerare il diverso intento dell’Utente: informazionale, navigazionale e transazionale (commerciale). Torneremo a parlarne.
Ogni annuncio su Google Ads si riconduce ad una o ad alcune parole chiave. Come detto per ogni annuncio o Gruppo di annunci è sempre bene non eccedere, noi ci basiamo su una dozzina al massimo di parole chiave per Gruppo di annunci. Ma non è finita. Quando si aggiungono le parole chiave, è possibile, anzi, è consigliabile, inserire anche il tipo di corrispondenza. La corrispondenza generica o variata delle parole chiave consente di determinare al meglio coloro che visualizzeranno i tuoi annunci.
Ok, facciamo lo straclassico esempio delle scarpe. Chi vuoi che veda il tuo annuncio? Chi cerca tutte le scarpe? o solo chi cerca quelle che stai vendendo tu, che sono nere, sono da uomo e sono della misura 42? Di questo stiamo parlando. E anche a costo di essere noiosi, vediamo i vari tipi di corrispondenza delle parole chiave.

Le parole chiave a corrispondenza generica

È il settaggio di default, quello di base, per tutte le parole chiave che aggiungi. Tu scrivi la o le parole chiave senza altri segni diacritici.

Le parole chiave a corrispondenza generica modificata

Questo schema sarà presto abolito, andando a scomparire diciamo solo che si usa/usava aggiungendo un segno + prima della parola chiave. Lo citiamo per coerenza “storica”.
Classico esempio. Sei un venditore di auto usate e vuoi inserire un annuncio su Google. Fai la tua campagnina e targetizzi le parole come segue

+auto +usate

In questo caso l’annuncio viene visualizzato quando l’Utente ricerca su Google

auto usate
auto tedesche usate
rivenditore fiat auto usate

In pratica stai dicendo a Google: mostra l’annuncio a chi digita queste parole, ma se le parole non ci sono non mostrarlo.

Vabbè, OK, e allora che differenza c’è con quelle normali generiche scritte senza nulla?
Il problema se scrivi le parole chiave a corrispondenza generica è che acchiappano e pescano un po’ di tutte le ricerche, anche quelle che non c’entrano nulla.

Un esempio? OK, restiamo sulle auto usate. Se imposti un annuncio o un Gruppo di annunci sulla parola chiave generica non modificata

auto usate

vai a beccare anche le ricerche sulle parole chiave latenti LSI, le Latent Semantic Indexed Keywords.

Infatti Google mette la parola “auto” nell’insieme, appunto generico, dei veicoli. Per cui beccherai anche chi sta cercando

veicoli usati
camion usati
auto usate nel film Blues Brothers

Ma c’è di peggio. Beccherai anche chi cerca cose che non c’entrano nulla come ad es.

foderine di plastica usate per auto fuoristrada
gomme usate per auto

Quindi anche in un altro ordine e per argomenti che non hanno nulla a che vedere con te, che sei un venditore di auto usate. Chiaro?

Che cosa significa questo fatto? Sostanzialmente vuol dire due cose. La prima è che non bisogna mai usare le parole chiave a corrispondenza generica, senza modificatori. La seconda è che il 98% dei problemi di conversione degli account che non funzionano è dovuto a questa piccola ignoranza (in senso latino). Il problema è che questa piccola defaillance vi costa dei soldi, almeno fino a quando non vi rivolgete a un’agenzia SEO e Pay Per Click seria, onesta e competente.

OK, e allora che cosa bisogna usare?

Le parole chiave a corrispondenza a frase

Eccoci che piano piano ci avviciniamo alla soluzione dei nostri problemi (ci stiamo mettendo nei panni di chi è a caccia di soluzioni a campagne che performano poco o male).

Con la Corrispondenza a frase i tuoi annunci compaiono per quelle ricerche che contengono le tue parole chiave in quel preciso ordine con cui le hai inserite.

Quindi

“auto usate”
“auto usate firenze”
“cerco auto usate in vendita”

Il tuo annuncio comparirà per le ricerche che includono questi termini di ricerca in questo esatto ordine, senza l’inserimento di parole extra nel mezzo.

Quindi

auto usate marcianti
auto usate firenze novoli
cerco auto usate in vendita in tutta la toscana

Per quanto riguarda il discorso locations, se hai settato bene le località di targetizzazione al livello di campagna, non succederà che qualcuno a Verona debba visualizzare il tuo annuncio. Oppure, magari sì. Ammettiamo che una persona si debba trasferire in Toscana o se cerca auto proprio immatricolate in Toscana. Insomma, dipende da te e da quello che vuoi, ma come per tutte le cose basta essere consapevoli e soprattutto non fare cavolate, perché su Google Ads le cavolate si pagano!

Le parole chiave a corrispondenza esatta

Con questa corrispondenza esatta, viene mostrato il tuo annuncio solo a chi ricerca espressamente la frase esatta che hai utilizzato, quindi senza l’aggiunta di parole o prima o dopo. In questo caso si usano come segni diacritici le parentesi quadre, ma adesso i settaggi di Google Ads sono divenuti più agevoli e le opzioni vengono settate da un menù a tendina.
Ricordiamoci però che le nostre campagne/annunci possono essere comunque mostrate in caso di parole col significato simile in base al concetto delle parole latenti LSI (Latent Semantic Indexed Keywords).

Quindi, sempre parlando di auto usate:

[auto usate firenze]
[automobili usate firenze]
[macchine usate firenze]

sono la stessa cosa.

Perché le parole negative su Google Ads sono importanti

Esiste anche l’opzione di escludere parole chiave che non sono di tuo interesse. In precedenza il modificatore era il segno diacritico – (meno), adesso anche le parole negative si settano dal menu a tendina.

Il classico esempio è

hotel cattolica

dove bisogna sempre stare attenti a inserire come parole negative

-assicurazione
-università

Altrimenti cattureremo anche le ricerche, per esempio, per la stipula di assicurazioni per hotel, di una nota compagnia assicurativa! Nel secondo esempio, se non inseriremo la parola negativa “-università” (senza virgolette!) potremo accalappiare le ricerche di chi vuole un hotel, vicino all’università cattolica e non nella ridente località balneare della Riviera romagnola!

Due parole sulle estensioni degli annunci

Due parole vanno spese anche sulle Estensioni, che anch’esse sono importantissime. Come suggerisce il nome, esse consentono di espandere i tuoi annunci per renderli maggiormente visibili e aggiungere informazioni che possono essere utili ai tuoi Utenti. Ecco i differenti tipi di Estensioni:

  • Estensione sitelink: con essa è possibile aggiungere links aggiuntivi che puntano al tuo sito. Permette di far vedere più pagine del tuo sito e di aumentare le possibilità che chi ricerca possa trovare qualcosa di utile su cui cliccare sopra per finire sul tuo sito.
  • Estensione di offerta: questo genere di estensione permette di visualizzare offerte promozionali. Qui puoi usare le consuete tecniche di vendita hype o di scarsità o di urgenza.
  • Estensione di chiamata: probabilmente quella da settare come prima cosa, nel senso che ti dà la possibilità di aggiungere un numero di telefono col classico “Chiama Ora”. È la prima estensione da settare, soprattutto per chi si occupa di Local SEO e che cerca quindi di trovare clienti che possano raggiungere la tua sede aziendale.
  • Estensione di località: consente ai Businesses che hanno una presenza fisica, di includere la loro location e numero di telefono.
  • Estensione di app: aggiunge un link per far scaricare una app agli utenti mobili.

Come si misurano le prestazioni di Google Ads e quali sono le metriche

Come ultimo capitolo di questo lungo excursus nel campo delle campagne pubblicitarie online su Google Ads per le PMI locali e non, veniamo a come verificare e monitorare le metriche delle campagne, al fine di migliorare le performances dei tuoi annunci su Google Ads. Ovviamente questo aspetto assume un’importanza notevole per il tuo successo delle campagne. Ricordati che devi sempre essere consapevole di quello che fai e che se non ne sei sicuro o hai dubbi, è sempre meglio rivolgersi a chi fa questo come lavoro, cioè a un’agenzia SEO e Pay Per Click con professionisti riconosciuti, quali siamo noi. L’argomento monitoraggio delle campagne è vasto, per cui dovremo tornarne a parlare nel blog, ma intanto lo accenniamo qua rapidamente. Qui di seguito nominiamo alcune delle metriche più importanti da tenere sott’occhio con le campagne.

  • Visualizzazioni/Impressioni: questa metrica mostra il numero di volte che il tuo annuncio è stato visualizzato su Google o sulla sua rete di siti partner. Ogni volta che l’annuncio viene mostrato all’Utente, conta come una visualizzazione/impressione.
  • Costo: questo parametro si capisce senza che debba essere spiegato. Ci dice quanto abbiamo speso su base campagna. Se vedi le performances su tutte le campagne, allora questo rappresenta il costo totale.
  • Click: un click viene registrato quando qualcuno clicca su un link del tuo annuncio. Vengono conteggiati anche i click sulle Estensioni.
  • Costo per Click Medio (CPC Medio): è l’importo medio per click che ti viene addebitato durante una campagna. Viene calcolato come Costo diviso Click = CPC Medio.
  • Conversioni: una conversione si verifica quando qualcuno completa un’azione che consideri importante. In una situazione ideale è il processo di acquisto di un Utente, ma una conversione può verificarsi anche ad es. quando un tuo Utente scorre la pagina per l’80% della sua lunghezza o quando legge per più di 4 minuti una delle tue pagine o quando si iscrive alla tua Newsletter o quando scarica un file dal tuo sito. L’importanza e la priorità va stabilita in sede di pianificazione delle campagne.
  • Tasso di conversione: questa metrica traccia la percentuale delle persone che ha avuto come risultato una conversione. Come si può capire è uno dei fattori più importanti da monitorare, quando si creano campagne di annunci di successo.

Puoi vedere il tuo tasso di conversione filtrando le metriche sulla tab generale di una campagna. Puoi vedere questo dato anche su un singolo annuncio o filtrandolo in base alle parole chiave. Il Tasso di conversione risulta dividendo il numero di conversioni sul totale delle persone. Ad es. hai una campagna che ha generato 100 click al tuo sito, che sono sfociati in 5 vendite concluse. In questo caso il tasso di conversione è pari a 5 / 100 = 0,05 (o 5%). Return on Ad Spend (ROAS), Ritorno su spesa nell’annuncio (anche in italiano si usa la dicitura in inglese): questa metrica misura la percentuale di profitti che guadagni per ogni euro speso. Per es. se hai speso 1000 € in una campagna che è sfociata in 3000 € di ricavi, il tuo ROAS è del 300%.

Conclusione

Come vedete le campagne su Google Ads sono da una parte complesse anche solo da spiegare. Alcuni aspetti sono molto intituitivi, una volta che se ne comprende il meccanismo. In alternativa, i consulenti di Google di cui abbiamo parlato in questa pagina consigliano quasi sempre di utilizzare le campagne intelligenti, ma per quanto ci riguarda l’esperienza insegna che si possono raggiungere dei risultati migliori del 30-40% rispetto a quanto Google vorrebbe farti fare senza l’aiuto di un consulente professionista del Pay Per Click. Anche se, come abbiamo visto, Google cerca di mascherare gli annunci, rispetto ai risultati organici della ricerca su Google (SERP), bisogna osservare che molti utenti ormai avvezzi e scaltri si accorgono perfettamente della differenza e la tendenza generale è quella che gli Utenti più informati e attenti sanno perfettamente distinguere un annuncio da un risultato organico. I clic vanno tendenzialmente a differenziarsi, in base alla nostra esperienza, e, come tale, anche la targetizzazione delle parole chiave va studiata ad hoc tra organico e campagne Ads.

In altre parole e per concludere, le parole chiave che utilizzi per targetizzare il pubblico negli annunci pubblicitari su Google Ads sono differenti dalle parole chiave che targetizzi per veicolare traffico organico. Questo argomento sarà trattato nella prossima pagina dedicata alla ricerca delle parole chiave. Ovviamente vi invitiamo a contattarci per qualsiasi richiesta di aiuto o assistenza e per avere un preventivo gratuito o per una chiacchierata informale, anche via Skype o Google Meet o Telegram.

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