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Come scegliere un hosting di qualità
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Scegliere un hosting non è mai solo una questione tecnica: significa garantire alla propria azienda un’infrastruttura digitale sicura, stabile e capace di supportare la crescita. Troppo spesso, infatti, i problemi di visibilità online non dipendono da contenuti scadenti o da strategie SEO sbagliate, ma da server lenti, downtime frequenti e assistenza insufficiente.
Per un e-commerce o un sito corporate, affidarsi a un hosting economico e poco performante può trasformarsi in un boomerang: ranking persi, clienti insoddisfatti, reputazione danneggiata. Al contrario, un hosting di qualità rappresenta un investimento strategico che sostiene le performance SEO e la continuità del business.
In questo articolo vedremo quali sono i parametri da controllare per valutare un provider, quali strumenti usare per monitorare le performance e quali checklist adottare prima di scegliere o cambiare servizio.
Perché l’hosting è decisivo per la SEO aziendale
Un buon hosting non è solo “spazio su un server”: è un pilastro della SEO tecnica e dell’esperienza utente.
- Uptime e downtime: un sito che va offline anche solo per pochi minuti al mese rischia di perdere posizionamenti e fiducia da parte di Google. L’uptime è direttamente collegato alla stabilità e alla reputazione del sito.
- Core Web Vitals lato server: metriche come Largest Contentful Paint (LCP) o Interaction to Next Paint (INP) sono influenzate dalla velocità di risposta del server. Se l’infrastruttura è lenta, anche la migliore ottimizzazione front-end non basta.
- Esperienza utente e conversioni: tempi di caricamento elevati aumentano la frequenza di rimbalzo e riducono le conversioni. Un hosting scadente si traduce in vendite mancate e costi occulti.
📌 Esempio concreto: diversi e-commerce con TTFB (Time To First Byte) superiore a 800 ms hanno registrato cali drastici di visibilità organica, pur mantenendo una buona ottimizzazione SEO on-page.
Parametri chiave da controllare in un hosting
Quando si valuta un hosting per aziende o PMI, è fondamentale andare oltre il prezzo. Un servizio da “30 € all’anno” può sembrare conveniente, ma spesso nasconde compromessi che diventano costosi nel medio periodo. Ecco i parametri più importanti da verificare.
Uptime e SLA
- Un provider serio dichiara un SLA (Service Level Agreement) sull’uptime, ad esempio il 99,95%, che significa un downtime massimo di circa 20 minuti al mese.
- Valori inferiori (99,5% o meno) possono tradursi in ore di indisponibilità: per un e-commerce equivale a perdita di ordini e clienti.
Tempo di risposta del server (TTFB)
- Il Time To First Byte misura la velocità con cui il server inizia a rispondere a una richiesta.
- Valori superiori ai 700–800 ms indicano un’infrastruttura sovraccarica o poco performante.
- È uno dei campanelli d’allarme più evidenti di un hosting economico e condiviso con troppi siti.
Risorse dedicate e scalabilità
- CPU, RAM, I/O e spazio disco devono essere adeguati al traffico e al tipo di applicazioni installate.
- Un buon hosting deve offrire la possibilità di scalare facilmente: da un piano base a soluzioni VPS o cloud senza interruzioni traumatiche.
Sicurezza a livello server
- Certificati SSL inclusi e supporto a protocolli moderni (HTTP/2, HSTS).
- Protezione anti-DDoS per mitigare attacchi che possono mettere offline un sito.
- Backup automatici frequenti, con retention di almeno 7–14 giorni e possibilità di ripristino veloce.
- Firewall e sistemi di monitoraggio attivi per proteggere da intrusioni e malware.
Aggiornamenti e compatibilità
- L’infrastruttura deve garantire aggiornamenti costanti a sistemi operativi, web server e database.
- Server obsoleti o fuori supporto espongono a vulnerabilità di sicurezza e instabilità.
👉 In pratica: non basta fidarsi di “etichetta e promesse”. I parametri tecnici sono verificabili e rappresentano la vera differenza tra un hosting economico e uno di qualità.
Strumenti utili per testare e monitorare l’hosting
Non basta affidarsi a quanto dichiarato dal provider: serve verificare in autonomia che i parametri siano rispettati. Fortunatamente esistono tool accessibili anche a chi non è sistemista, ma vuole avere sotto controllo la qualità del proprio hosting.
Uptime e disponibilità
- UptimeRobot: uno dei servizi più diffusi per monitorare costantemente la disponibilità di un sito. Permette di ricevere notifiche via mail o app in caso di downtime.
- MonSpark: alternativa più recente, con dashboard moderne e reportistica avanzata. Utile per test in tempo reale e alert granulari.
Performance e tempi di risposta
- WebPageTest.org: analizza il caricamento delle pagine, mostrando parametri chiave come TTFB e una dettagliata waterfall che evidenzia colli di bottiglia lato server.
- PageSpeed Insights di Google: utile per misurare i Core Web Vitals con benchmark reali, anche se i dati possono avere un ritardo fino a 28 giorni.
Analisi avanzata e log
- Screaming Frog Log Analyser: consente di analizzare i log server per individuare errori di crawl e anomalie tecniche. Integrato con strumenti di AI (es. Claude o ChatGPT) può diventare un alleato prezioso per interpretare grandi quantità di dati.
Sicurezza e DNS
- DNS Tools / DNS Check: indispensabili per verificare la corretta propagazione dei DNS, i record MX per le email e le configurazioni TXT (SPF, DKIM, DMARC).
- Oltre a migliorare la deliverability delle email, questi controlli prevengono problemi di spoofing e proteggono la reputazione del dominio.
📌 Nota da nerd: strumenti come webpagetest.org permettono di distinguere tra first view e repeat view, simulando il comportamento di un utente al primo accesso e al ritorno sul sito. Questo è fondamentale per chi lavora su e-commerce, dove la fidelizzazione passa anche da un’esperienza di navigazione rapida per i clienti abituali.
👉 Ascolta l’episodio completo su Roba da SEO
Supporto tecnico: il valore del fattore umano
Anche l’infrastruttura più performante può incontrare imprevisti: attacchi DDoS, aggiornamenti falliti, errori DNS o semplici malfunzionamenti hardware. In questi casi, la differenza non la fanno solo le specifiche del server, ma la qualità del supporto tecnico.
Tempi di risposta reali
Un provider di qualità non si limita a rispondere in fretta con risposte generiche, ma interviene con azioni risolutive. Un ticket chiuso in pochi minuti senza aver risolto il problema non è un successo: è solo tempo perso.
Assistenza proattiva
Il supporto ideale non si limita a reagire: monitora H24 l’infrastruttura e segnala anomalie prima che diventino critiche. Un esempio? Un alert automatico sullo spazio disco esaurito che viene gestito preventivamente, evitando al cliente un blocco improvviso del sito.
Il fattore umano
Troppo spesso l’assistenza viene percepita come “una chat automatica con risposte copia-incolla”. In realtà, ciò che distingue un provider premium è la presenza di tecnici competenti, disponibili e capaci di comprendere il contesto aziendale. Per un’azienda, sapere di poter contare su un team che conosce il proprio progetto è un vantaggio competitivo enorme.
Caso pratico
Molte aziende passano da hosting low-cost a provider di livello superiore dopo aver vissuto la stessa esperienza: server offline durante un evento chiave (promo, campagna, lancio prodotto) e supporto inesistente. Al contrario, con un team esperto a disposizione, anche il problema più critico viene gestito in tempi ridotti e senza danni permanenti.
👉 In sintesi: il supporto tecnico non è un optional, ma un criterio di scelta fondamentale. Perché un server può sempre rompersi, ma la differenza la fa chi ti aiuta a rimetterlo in piedi.
Hosting condiviso, VPS o dedicato: cosa conviene alle aziende
Una delle decisioni più importanti riguarda il tipo di infrastruttura da adottare. Non esiste una risposta univoca: dipende da dimensioni aziendali, traffico previsto e criticità del business.
Hosting condiviso
- È la soluzione entry-level: più siti condividono le stesse risorse di CPU, RAM e I/O.
- Vantaggi: costi contenuti, semplicità di gestione, adatta per siti vetrina o progetti in fase di test.
- Limiti: performance imprevedibili, rischi di “rumore” generato da altri siti sullo stesso server, poca flessibilità in caso di crescita.
VPS (Virtual Private Server)
- Ogni cliente dispone di risorse virtualizzate dedicate.
- Vantaggi: maggiore controllo, stabilità delle performance, possibilità di configurazioni personalizzate.
- Ideale per: e-commerce, siti ad alto traffico, agenzie con più progetti da gestire.
- Svantaggi: costi superiori rispetto al condiviso, richiede più competenze tecniche (o un supporto gestito).
Server dedicato o cloud scalabile
- Risorse totalmente dedicate a un singolo cliente o infrastruttura scalabile in cloud.
- Vantaggi: massime performance, sicurezza elevata, possibilità di gestire picchi improvvisi di traffico con autoscaling.
- Scelta ottimale per: aziende medio-grandi, marketplace, piattaforme SaaS, realtà che non possono permettersi downtime.
- Svantaggi: costi più alti, necessità di gestione sistemistica avanzata (salvo opzione “managed”).
📌 Regola pratica: per una PMI che inizia online può bastare un hosting condiviso ben configurato. Ma appena il sito diventa un asset strategico (e-commerce, lead generation, campagne PPC), il salto verso VPS o cloud dedicato è quasi sempre inevitabile.
Checklist pratica per PMI e aziende
Prima di firmare un contratto con un nuovo provider o migrare il proprio sito, conviene avere una lista di controllo chiara. Ecco i punti essenziali che ogni azienda dovrebbe verificare:
- Uptime reale e SLA dichiarato → almeno 99,9%, meglio se 99,95% o superiore (come FlameNetworks).
- Supporto tecnico realmente efficace → tempi di risposta rapidi ma soprattutto risolutivi, con disponibilità 24/7.
- Backup e disaster recovery → frequenti, esterni al server principale, testati almeno una volta l’anno.
- Risorse dedicate e scalabilità → CPU, RAM e spazio disco adeguati, con possibilità di upgrade senza interruzioni.
- Sicurezza e compliance normativa → certificati SSL, firewall, protezione DDoS, conformità a GDPR e direttiva NIS2.
- Performance misurabili → TTFB sotto i 500–600 ms, Core Web Vitals nei range consigliati da Google.
- Documentazione chiara e trasparente → condizioni contrattuali leggibili, niente clausole nascoste, SLA e procedure pubbliche.
📌 Pro tip: non fidarti solo delle promesse commerciali. Chiedi sempre report tecnici, verifica i log e usa i tool indipendenti citati (UptimeRobot, WebPageTest, DNS Check) per avere conferma dei dati.
Consigli operativi rapidi
Oltre ai parametri da verificare prima della scelta, ci sono buone pratiche da adottare ogni giorno per mantenere il proprio sito sicuro e performante:
- Backup automatici esterni o cloud → non solo sullo stesso server, ma in location separata.
- Test periodici di disaster recovery → almeno una volta l’anno, per assicurarsi che il ripristino funzioni davvero.
- Aggiornamenti regolari → CMS, plugin e sistema operativo sempre aggiornati per ridurre le vulnerabilità.
- Analisi log periodica → utile per individuare errori di crawl, accessi sospetti o colli di bottiglia.
- Monitoraggio costante di risorse e DNS → spazio disco, propagazioni DNS, record MX/TXT sempre sotto controllo.
📌 Ricorda: la manutenzione dell’infrastruttura è un processo continuo, non un’attività “una tantum”. Trascurarla significa rischiare downtime, cali SEO e problemi di sicurezza.
La prima cosa da fare
Scegliere un hosting di qualità per la propria azienda non è solo una decisione tecnica: è un investimento strategico che influisce direttamente su SEO, reputazione e continuità del business.
Abbiamo visto come valutare uptime, SLA, sicurezza, risorse e supporto tecnico, e quali strumenti utilizzare per monitorare le performance in autonomia. Non dimenticare la checklist finale: è la bussola che ti aiuta a distinguere un hosting economico da un partner affidabile.
Vi confesso una cosa: come ho scritto nel capitolo dedicato alla genesi e alla Storia di Pistakkio, ho aperto la partita IVA nel febbraio del 2019. Ebbene, una delle prime cose che ho deciso di fare non appena ho avuto qualche cliente e un po’ di ricavi (al netto della botta del Covid, immaginate che cosa vuol dire aprire nel 2019 e ritrovarsi dopo un anno esatto in braghe di tela!) è stato investire in un hosting di qualità, come quello fornito da FlameNetworks, perché avere un’infrastruttura che funziona bene è fondamentale per non avere casini e soprattutto assistenza di qualità (e i problemi, per la legge di Murphy, ci sono sempre quando metti su un sito o un e-commerce!)
🎥 Approfondisci guardando la puntata #158 di Roba da SEO
Abbiamo dedicato un intero episodio del podcast a questo tema, con ospite Pasquale Ambrosio di FlameNetworks.
👉 Guarda l’episodio completo di Roba da SEO su Streamyard
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